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La trattativa per il Prato sul binario morto. Commini non risponde alla lettera d’intenti della cordata pratese che ritira la proposta


Il gruppo di imprenditori e professionisti giovedì aveva offerto in maniera ufficiale 300mila euro subito più altri 300mila in caso di promozione in LegaPro per acquistare la società "pulita" da debiti e pendenze. Il presidente biancazzurro non ha però inviato la documentazione necessaria per la "due diligence"


Claudio Vannacci


L’Ac Prato non cambierà proprietario, o almeno non passerà dalle mani di Stefano Commini in quelle della cordata che, negli scorsi mesi, era riuscita a riunire una quarantina di imprenditori e professionisti pratesi disposti a mettere mano al portafoglio per far sì che la squadra della città uscisse dalla palude della serie D e iniziasse un percorso che la potesse riportare in categorie più consone al prestigio di quella che è pur sempre la terza città del centro Italia.
La parola fine alla trattativa è arrivata nella giornata di ieri, 17 giugno, con una pec, dai toni cortesi ma dal contenuto perentorio, inviata dall’avvocato che seguiva la trattativa per conto della cordata a quello di Commini: “In assenza di una vostra disponibilità a trattare – il succo della lettera – e considerati i tempi stretti, l’interesse del gruppo che rappresento è venuto meno”.
Per meglio inquadrare la situazione è necessario fare, però, un passo indietro e andare a giovedì scorso, 12 giugno. Quel giorno un’altra pec era stata inviata a Commini: una “loi”, lettera d’intenti non vincolante, dove la cordata si diceva disponibile ad acquistare il Prato Calcio, metteva nero su bianco le cifre e chiedeva una esclusiva di dieci giorni per poter analizzare tutta la documentazione che lo stesso Commini avrebbe dovuto fornire entro la fine della settimana. E’ la famosa “due diligence” di cui si era cominciato a parlare: l’analisi dettagliata dei conti della società, indispensabile per arrivare alla firma finale. Del resto la cordata pratese era stata chiara: sia nelle cifre, sia nella richiesta di acquistare una società “pulita” da ogni debito e pendenza. E le cifre erano 300mila euro subito, altri 300mila in caso di promozione in Lega Pro, obiettivo da raggiungere entro due anni.
A questo punto, ecco però l’inghippo. Commini non ha risposto alla “loi”, di conseguenza non fornendo la documentazione necessaria alla “due diligence”. Il patron biancazzurro, parlando stamani con La Nazione, ha detto che secondo lui non c’era la volontà della cordata di portare avanti fino in fondo la trattativa e ha anche aggiunto di aver ricevuto l’interesse da parte di altri per l’Ac Prato. E proprio questo particolare, evidentemente fatto arrivare anche alla cordata, avrebbe convinto gli imprenditori pratesi a fare il passo indietro definitivo: “Noi ci siamo mossi pro bono, per il bene del Prato e della città – è il loro ragionamento -. Nessuno di noi ha velleità di fare il presidente o di guidare in prima persona la società, al punto che stavamo già cercando dei professionisti per fare questo. Ma se Commini ha già chi può rilevare il Prato, allora il nostro compito finisce qui”.
Insomma un brusco stop che, almeno al momento, blocca ogni ipotesi di far tornare la società laniera in mani pratesi. L’impressione è che Commini avesse preso la “loi” non come l’offerta ultima e definitiva ma come l’apertura di una trattativa sia sulla cifra sia sulla gestione del Prato, con la possibilità, magari, di tenere per sé quella del settore giovanile. Di diverso avviso, invece, la cordata che voleva partire fin da subito con il progetto, mettendo sul piatto circa un milione e mezzo di euro da impiegare immediatamente, e un piano triennale, per far fare il salto di qualità alla squadra.
Adesso sono i tempi – stretti – a dettare l’agenda: entro fine mese Commini dovrà saldare almeno tutte le pendenze con i tesserati per potersi iscrivere al campionato di serie D. “Pago i debiti e iscrivo la squadra” le parole affidate dal patron biancazzurro a La Nazione. Per la città, invece, un’altra occasione persa.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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