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Anche quest’anno torna il “Metastasio jazz”, festival musicale che si terrà nel teatro stabile della nostra città da oggi, lunedì 25 gennaio a lunedì 22 febbraio. Come sempre gli organizzatori sono riusciti a dare uno spaccato significativo di quest’arte così viva, profonda e soprattutto libera, che testimonia le ataviche pulsioni del nostro tempo. La manifestazione si articola in dieci concerti che hanno come protagonisti artisti molto conosciuti nel panorama jazzistico internazionale: gruppi nuovi come i Fieldwork e Buffalo collision e grandissimi maestri del calibro di Roscoe Mitchell e Franco d’Andrea. Assolutamente da sottolineare la partecipazione di Cristina Zavalloni, cantante che sperimenta tra nostalgia e contemporaneità. Le esibizioni saranno accompagnate da altre iniziative, come ad esempio i concerti-aperitivo, per un fuoripasto a suon di musica o le conferenze della domenica, in cui l’incontro con interessantissime tematiche aiuta a contestualizzare questo particolare genere musicale, così eterogeneo e di difficile esegesi.Il primo evento in programma sarà proprio il concerto dei Fieldwork, gruppo newyorkese che si esibisce in Italia per la prima volta proprio durante il “Metastasio jazz” stasera alle ore 21. Stiamo parlando di un trio poliedrico, che ama i cicli ritmici, il fraseggio angoloso e ha una visione della forma musicale tanto rigorosa quanto aperta. In bilico tra la partitura e l’improvvisazione, il sax di Steve Lehman è geometrico e distaccato e contrasta con il piano profondo e arioso di Vijay Iyer e con le poliritmie della batteria di Tyshawn Sorey. Tutto questo per creare una musica travolgente, libera e ossessiva, capace di tirar fuori i ritmi primitivi presenti nel nostro essere.Già da questo primo concerto intravediamo la grande potenza di questo festival, capace da sempre di raccogliere momenti di contemporaneità pura grazie alla grande forza del Jazz, musica che con il suo carattere multietnico e cosmopolita ci aiuta a capire il mo(n)do in cui viviamo.
Elia Frosini