
La fotografia è stata scattata in occasione della cena di Natale organizzata dall’associazione "Recuperiamoci" in via Pier Cironi e fotografa meglio di quanto non potrebbero fare dati e numeri l’anno in chiusura dell’associazione di cui Paolo Massenzi è presidente. “Non c’erano 20 persone sedute intorno ad una tavola il giorno di Natale lo scorso anno”. Quest’anno si. Quest’anno lo spaziOpenCironi è diventato qualcosa di altro rispetto al luogo comune che lo associava a casa per tossicodipendenti. È diventato un luogo anche sociale, così come lo stesso Massenzi lo definisce, un luogo dove trovano una mano tesa non solo persone con dipendenze, ma anche anziani in difficoltà e stranieri. E la mani tese – guardando l’altra faccia della medaglia – non solo soltanto quelle di chi tenta di riqualificare quel punto critico di Prato, ma sono anche mani pratesi che si prestano e si offrono per riparare una porta, sistemare l’impianto elettrico della struttura al civico numero 7. Dovendo fare un bilancio delle attività svolte in via Pier Cironi, Paolo Massenzi, torna più e più volte sul quella fotografia. Simbolo di un anno che per quanto difficile, qualche soddisfazione l’ha regalata: “Abbiamo fatto 200 tessere in un anno, abbiamo organizzato corsi come quello di eco-design nel giardino, giardino che tra l’altro prima non c’era. Abbiamo allargato e sistemato le stanze della struttura per poterle adibire alle nostre riunioni. Siamo riusciti ad organizzare anche più di cinquanta incontri. In generale abbiamo rafforzato la nostra identità. Il mercatino vintage conta più di 4 tonnellate di cose portate dai pratesi e alcune delle nostre richieste hanno trovato ascolto anche dall’amministrazione, tra queste, sacchi della spazzature, le luminarie che in via Cironi, così come in Santa Margherita non c’erano mia state.” Sul fronte delle tossicodipendenze, la sfida più grande portata avanti nel 2014, è stata continuare ad escludere le maniere forti nel trattare la tossicodipendenza, e approcciarla in modo diverso, anche denunciandola, monitorandola e tentando di offrire un’alternativa basata sul recupero. “Siamo riusciti a tracciare un quadro del traffico della droga – continua – monitoriamo i tossici che vanno dai 22 ai 62 anni, ma anche i “i morti pratesi” per eroina che non sono solo i 33 casi accertati e avvenuti in città, noi abbiamo cercato di tenere traccia anche di quelle morti causate dalla droga partita da Prato”.
Se la maggiore sensibilità e attenzione da parte della città alle attività dell’associazione rincuorano e incoraggiano ad iniziare il 2015 con rinnovato slancio, restano molte le incognite per il futuro dello SpazioOpenCironi, a partire dalla locazione della struttura che di fatto potrebbe essere messa in vendita dai proprietari da un giorno all’altro lasciando senza un tetto la “casa dell’inSostenibilità”. Insostenibilità che è la precarietà economica, l’incertezza di riuscire a pagare le bollette; l’insostenibilità di poter ripagare con piccole ricompense i volontari, ex tossici, della manodopera che prestano per incentivare anche un loro reinserimento sociale. “Il 31 dicembre con la festa in strada inserita nel circuito di Fonderia Cultart, chiudiamo il bilancio di questo 2014, un anno tortuoso, con imprevisti, errori commessi come può capitare. Il 2015, sarà incerto come lo è stato il 2014, ma se passano per via Cironi anche solo 100 persone in più che prima non passavano è un gran risultato per questa strada” e poi c’è quella fotografia della cena di Natale che da la forza di crederci ancora…
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