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Crescono le famiglie aiutate dal fondo Il Buon Samaritano, ecco la storia di Lucia e Cristiano


Dallo scorso 11 giugno ad oggi le richieste sono state 164, quelle accolte dalla Caritas 62, complessivamente sono stati distribuiti 75.900 euro. La testimonianza di due persone che, a causa dell' emergenza sanitaria, non riuscivano più a pagare affitto e bollette


Redazione


Terminata la fase acuta dell’emergenza sanitaria, resta però quella sociale; sono 62 le famiglie che dallo scorso 11 giugno ad oggi, sono state aiutate dalla Caritas tramite il fondo di solidarietà il Buon Samaritano che ha distribuito complessivamente 75.900 euro. Dati in costante crescita, se si considera che al 31 luglio le domande accolte erano 41 e circa 50mila euro la somma erogata.
I numeri. Entrando nel dettaglio dei dati, nelle quattro commissioni che si sono riunite il 30 giugno, il 17 e 21 luglio e il 2 settembre, sono state valutate 77 domande, di queste 62 hanno avuto un esito positivo, con la conseguente erogazione delle quote richieste, 13 domande sono state respinte mentre 2 sono passate al centro di ascolto, per 47 non sono state aperte le pratiche per mancanza dei requisiti, ma sono stati fatti ascolti telefonici o incontri in presenza. Attualmente sono 10 le pratiche in sospeso per mancanza di documenti da parte dei richiedenti, 30 invece quelle già pronte per essere esaminate nella commissione che si riunirà all’inizio del mese di ottobre. Per un totale di 164 richieste.
Tra le famiglie aiutate dalla Caritas ci sono anche quella di Cristiano e Lucia. Due storie diverse, ma  unite dalla stessa speranza di poter uscire da un periodo buio.
Cristiano, 47 anni, sposato e con una figlia di otto anni e mezzo, in cassa integrazione dal 23 marzo. Cristiano è metalmeccanico e lavora nel settore della moda, comparto che ancora stenta a ripartire, e così il titolare si è trovato costretto a prorogare la cassa almeno fino all’11 di ottobre.
"Io sono stato messo in cassa integrazione, cassa che fortunatamente il titolare ha sempre anticipato, non ci ha mai lasciati senza – racconta  – mia moglie a causa della crisi ha subìto una riduzione di lavoro e di conseguenza ha percepito meno compensi, abbiamo una figlia piccola e non abbiamo altri aiuti. Ci siamo dunque trovati in una situazione di difficoltà ed era diventato davvero complicato pagare l’affitto. Parlando con la padrona di casa, che è stata davvero gentile e ci è sempre venuta incontro, siamo venuti a conoscenza del fondo del Buon Samaritano. Ecco quindi che abbiamo presentato tutte le pratiche e fortunatamente la nostra richiesta è stata accolta".
Anche Lucia sta attraversando un periodo complicato. Ha 63 anni, non lavora, vive con la figlia di 38 e la nipote di 7. Il Covid ha messo a dura prova la sua famiglia e così Lucia inizialmente è stata aiutata dai familiari, poi si è rivolta alla parrocchia, la quale l’ha indirizzata verso la Caritas. Adesso grazie al Buon Samaritano è riuscita a pagare due mensilità di affitto e talvolta fa la spesa all’Emporio della Solidarietà.
"Mia figlia ha lavorato fino a febbraio, da marzo è in cassa integrazione. cassa che non arrivava mai, così come lo stipendio di febbraio, che è stato pagato solo pochi mesi fa. E intanto i mesi di affitto da pagare si sono accumulati – spiega Lucia -. Poi ha avuto un problema molto delicato ed ha subito un intervento alla testa. Dalla cassa integrazione è passata dunque alla malattia. Dovrebbe percepire lo stipendio intero, ma questo purtroppo non avviene. Il titolare le consegna la busta paga, senza però erogare lo stipendio. Dopo ripetute richieste le sta dando qualche acconto, ma questo non basta per pagare l’affitto, le bollette e la spesa".
 E così Lucia  si è rivolta alla propria parrocchia "Tramite il parroco ho poi conosciuto questo fondo di solidarietà, ho portato tutti i documenti richiesti e nell’arco di pochissimi giorni sono stata ricontattata da Caritas e ho percepito il supporto: sono state pagate al proprietario di casa due mensilità di affitto. La speranza è che la situazione migliori.”
La dotazione del fondo, promosso da Diocesi e associazione Insieme per la Famiglia, ammonta attualmente a circa 200mila euro, cifra che è costantemente cresciuta grazie a donazioni di privati e aziende. Il contributo, fino a 1500 euro, è servito in particolare per chiedere un sostegno per l’affitto della casa o, per i titolari di partita iva, l’affitto del negozio, ma anche per sostenere le spese per le utenze domestiche o pagare il condominio della casa.
 "Le richieste di aiuto stanno aumentando, così come la solidarietà da parte di singoli cittadini e varie realtà del territorio che stanno sostenendo questo progetto – ha sottolineato Idalia Venco, direttrice della Caritas diocesana di Prato -. È stata un’idea lungimirante quella del vescovo Nerbini, che è intervenuto subito su un bisogno reale delle persone. Sono già oltre 160 le domande pervenute, si tratta sia di italiani che stranieri, spesso persone fino ad ora non conosciute dai centri di ascolto".
Chi può accedere al fondo. Possono accedere al fondo le persone residenti sul territorio della Diocesi di Prato. Tra gli altri requisiti, aver perso il lavoro o ridotto le occasioni di impiego dal primo marzo 2020; aver avuto una riduzione del reddito durante la pandemia (ad esempio per la cassa integrazione); non avere entrate familiari superiori a 400 euro al mese a persona; essere disponibili ad avviare un percorso di accompagnamento con i centri di ascolto Caritas per cercare di uscire dalla situazione di crisi.
Come si accede al fondo. Una volta verificati i requisiti, per chiedere il sostegno è necessario compilare l’apposita autocertificazione pubblicata sul sito web della Diocesi e della Caritas Diocesana, con la mediazione del proprio parroco o del referente del centro di ascolto parrocchiale. Dopo aver inoltrato la domanda agli uffici preposti, il richiedente sarà contattato da un operatore per un colloquio telefonico iniziale e la raccolta dei documenti utili. I soldi poi non verranno consegnati direttamente all’utente che ha ricevuto il contributo, ma serviranno per pagare determinate spese che sono state debitamente inserite nella domanda di accesso al fondo. Non si tratta di un prestito, ma un di un contributo economico a fondo perduto.
Come donare. Chiunque può sostenere il fondo con una donazione, detraibile poi ai fini fiscali. Il versamento può essere fatto all’iban IT77R0538721 500000003228634 BPER Banca Agenzia di Prato e IT81Y0503421565000000001079 Banco Bpm. Per informazioni: [email protected]; 0574-34047.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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