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PRATO GLOBALE/Sviluppo e ripresa passano da un rinnovamento culturale: serve un patto tra impresa e Università


Redazione


Si parla tanto di crisi del distretto pratese senza soffermarci a riflettere sulla mancanza di una adeguata crescita culturale necessaria a supportare la ripresa prima e lo sviluppo poi. Gli elementi di valutazione e le conoscenze sviluppate nei decenni passati si rivelano non più adeguate a permettere a chi è preposto allo sviluppo della città, sia imprenditori che dirigenti pubblici, di prendere decisioni o di compiere analisi approfondite per uscire dalle sabbie mobili in cui il mondo economico pratese sembra essersi impantanato.La mancanza di un forte collegamento tra mondo economico e mondo accademico non ha permesso ai vertici del settore industriale, al contrario di quanto avvenuto in altri paesi come Francia, Germania, Inghilterra, America del Nord, di potersi avvalere di risorse con una adeguata formazione, che consentissero all’azienda di rimanere al passo con i tempi.  Eppure nel distretto pratese sono presenti tutti gli elementi (industriale, finanziario, accademico) che potrebbero, se opportunamente organizzati e gestiti, fornire molte risposte alle assillanti domande che gli economisti si vanno sempre più ponendo ai giorni nostri.Certamente il mondo industriale sembra aver perso lo smalto rispetto a quanto realizzato nel secolo scorso in termini di ricchezza e di benessere, anche se dobbiamo considerare che lo spazio economico nel quale gli imprenditori pratesi oggi si muovono ha connotati assai diversi e elementi di complicazione assai maggiori rispetto a quelli incontrati dai loro precursori anni addietro. Purtroppo il passo si è segnato anche in termini di conoscenze e di sviluppo culturale nell’impresa, tanto che le aziende pratesi sono state messe in crisi non solo da elementi esogeni, come la maggiore concorrenza e la crisi dei mercati, ma anche da elementi endogeni quali la mancanza di adeguati strumenti conoscitivi che consentissero di affrontare le maggiori difficoltà con mezzi idonei.Il mondo accademico da parte sua, si è sempre ben guardato dall’offrire il proprio dotto aiuto alla classe imprenditoriale, troppo occupato a sviluppare teorie e conoscenze nozionistiche che con il mondo reale avevano poco a che vedere, ma che erano in grado di dimostrare quanti grandi pensatori l’Università  era in grado di sfornare. Non solo l’Università ha mostrato tutti i propri limiti quando non ha di fatto permesso ricambi culturali al suo interno sviluppando sempre più fenomeni di nepotismo o di incarichi per amicizie particolari. Non è completamente vero quando si afferma che all’Università mancano le risorse: forse le risorse sono allocate in maniera non corretta, attribuendo voci di spesa a corsi che interessano solo a pochissimi, ma che sono tenuti da docenti amici di personaggi influenti.Il mondo finanziario da parte sua ha cercato di restare a galla in un mare sempre più agitato, e su cui era costretto a navigare suo malgrado. Forse la percezione di avere a che fare con strutture produttive che non avevano idee chiare su come affrontare le sfide del futuro ha contribuito ad un suo lento e costante disimpegno dal settore.La soluzione potrebbe essere rappresentata da una maggiore collaborazione tra Unione Industriale e Università (Pin) allo scopo di creare quei corsi che possono essere funzionali alla creazione di professionalità da inserire all’interno delle aziende in grado di guidare le imprese pratesi verso nuovi orizzonti. Tale corsi dovrebbero essere aperti sia ai laureati, che ai diplomati, sia del mondo industriale che pubblico, e modulati in modo tale da offrire in tempi brevi da 6 mesi ad 1 anno una formazione specialistica per le aree ritenute di maggior importanza.Probabilmente non dovrebbe essere necessario reperire nuove risorse, ma basterebbe impiegare al meglio quelle che attualmente vengono destinate a corsi con bassissimo valore aggiunto in termini di ritorno per la città ed i suoi abitanti.

Pietro BottaniDocente incaricato di Finanza AziendaleUniversità degli Studi di Firenze-Facoltà di Ingegneria

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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