“I nostri centri storici hanno bisogno di cambiare marcia attraverso strategie che valorizzino davvero chi ci vive e chi ci lavora. È un salto di qualità irrimandabile, che passa da una gestione accurata e corale degli eventi e dei flussi turistici, oltre che dal ritorno delle principali funzioni pubbliche nel cuore delle città”. A dirlo è Gianluca Spampani, presidente di Confcommercio Pistoia e Prato, a pochi giorni dal convegno – dal titolo “La città come laboratorio del cambiamento” – in programma (il 13 febbraio prossimo, alle 14.00) nella sede pratese della Camera di Commercio.
L’evento è organizzato nell’ambito delle linee d’azione previste dal Piano Strategico di competitività per le province di Prato e Pistoia, elaborato da Confcommercio. Al suo interno sarà inoltre presentato il progetto confederale “Cities”, che si propone come piattaforma di conoscenza multidisciplinare per migliorare i centri urbani e sostenere le economie di prossimità. All’appuntamento sono attesi gli interventi, tra i molti ospiti illustri, dell’assessore regionale Leonardo Marras, del sindaco di Prato Matteo Biffoni e del primo cittadino di Pistoia, Alessandro Tomasi.
“Si tratta – prosegue Spampani – di una riflessione urgente e necessaria. Oggi è di tutta evidenza come i nostri centri storici versino in una condizione di stress a causa di una concatenazione di fattori. Dalla viabilità agli eventi, dai flussi turistici alle funzioni pubbliche che gradualmente si sono allontanate, si è venuta a creare una dinamica che ne disincentiva la frequentazione. Se non reagiamo in fretta a questo scenario, la prospettiva di lungo periodo è quella di una desertificazione, con annessi enormi problemi di sicurezza e tenuta sociale”.
Occorre dunque un ripensamento profondo: “Dobbiamo rimettere al centro le persone che lavorano e che vivono questi contesti, perché soltanto così facendo riusciremo a creare motivi di attrazione all’esterno. Il 13 febbraio riuniremo decisori pubblici e privati intorno a questo tema: è il momento di uno sforzo corale. Serve fare rete per contrastare le chiusure e incentivare nuovi inizi di impresa, agevolando il raggiungimento dei luoghi fulcro delle città, allestendo eventi qualificati, gestendo i flussi turistici che verranno generati mediante competenze manageriali, riportando nei centri le principali funzioni pubbliche. In gioco c’è la nostra identità e la tenuta sociale, economica e culturale dell’intero sistema”.