"In questo momento prendo la parte piacevole di questa indicazione da parte di tante persone. Molti in Toscana pensano che possa farlo e sono felice di questo consenso. Andando in giro per la Toscana come presidente Anci, tante persone mi hanno sollecitato in questo senso. Non ci ho ancora pensato. Mi sembra presto".
Matteo Biffoni non dice no all'ipotesi di una sua candidatura al Parlamento europeo nonostante sia dato per certo un posto in lista Pd per il collega fiorentino, Dario Nardella che come lui è giunto alla fine del secondo mandato da sindaco. E' presto per capire cosa accadrà nella realtà, ma l'indecisione di Biffoni è utile per mandare un messaggio forte all'alleanza che all'interno del suo partito va consolidandosi tra il segretario del Pd toscano, Emiliano Fossi, il presidente della Regione Eugenio Giani, e lo stesso Nardella sulle prossime candidature alle Europee, a palazzo Vecchio (entrambe nella primavera 2024) e sullo sfondo anche alla Regione (slittamento al 2026). La corrente che ha votato Bonaccini all'ultimo congresso nazionale, non ci sta a essere messa all'angolo da strategie elettorali personali su cui si registra anche un avvicinamento di Nardella alla segretaria nazionale Elly Schlein. "Il Pd – afferma Biffoni – è fatto di tante anime ed è bene che alle Europee queste posizioni siano rappresentate tutte perchè noi agli elettori dobbiamo raccontare quello che siamo anche in un'ottica di confronto interno al partito che auspico ci sia sempre come ci è stato detto in sede di candidatura della segreteria regionale, risultata poi vincente".
Ma non è solo una questione di orgoglio di corrente che vede sul piede di guerra anche la sindaca di Empoli Brenda Barnini e il presidente del Consiglio toscano, Antonio Mazzeo. Biffoni raccoglie anche il malcontento dei territori toscani non fiorentini che questa sacra alleanza taglia fuori da ogni decisione. Un malumore cresciuto con la recente approvazione del piano regionale dei rifiuti, primo banco di prova dell'accordo tra Fossi, Giani e Nardella, che decreta la mancanza quasi totale di impianti di smaltimento sulla frazione indifferenziata nella zona fiorentina e in generale dell'Ato Toscana centro al contrario di quanto avviene nelle altre zone della regione. Mal di pancia di cui Fossi è consapevole e che sarebbero alla base della sua decisione di non discutere del tema nella Direzione regionale del Pd per evitare un boomerang.
Il malcontento dei territori e dei bonacciniani "puri", potrebbe tradursi in una reale perdita di voti. Rischio da non sottovalutare alle Europee dove le preferenze sono fondamentali per essere eletti. Meglio quindi, non fare i conti senza l'oste.
Tensioni e strategie regionali che non dovrebbero avere conseguenze nella scelta del candidato sindaco del Pd a Prato. Ancora non ci sono certezze. Restano in pole Ilaria Santi, assessore all'Istruzione, e Stefano Ciuoffo, assessore regionale, entrambi Schlein, vicini a Franceschini e considerati in continuità con Biffoni. Sullo sfondo rimangono la consigliera regionale, Ilaria Bugetti e l'assessora alle attività produttive e al bilancio, Benedetta Squittieri.
Quadro indefinito anche nel centrodestra con una parte trasversale a caccia di un candidato civico.
Una candidatura per Biffoni alle Europee. L’ipotesi circola e lui non dice di no
L'area riformista contesta all'alleanza Fossi-Giani-Nardella di essere tagliata fuori dalle decisioni, ma il nome del sindaco di Prato piace anche ai territori non fiorentini che rivendicano un ruolo
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(e.b.)
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