L’annuncio dell’accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle in vista delle prossime amministrative, a sostegno della candidatura a sindaco di Ilaria Bugetti, provoca un primo terremoto tra i “grillini” pratesi con la consigliera Silvia La Vita che sbatte la porta e lascia il Movimento, dopo averlo rappresentato per due legislature in Consiglio comunale.
“Per 10 anni in Consiglio comunale – dice La Vita – siamo sempre stati critici su come è stata amministrata la nostra città, per questo trovo incomprensibile instaurare una alleanza politica con chi, tra l’altro, fino a ieri ci ha ignorati e sbeffeggiati. Numerose sono state le occasioni in cui abbiamo cercato il dialogo con la maggioranza, offrendo soluzioni ai tanti problemi, trovando però le porte chiuse. Tra l’altro la candidatura a sindaca di Ilaria Bugetti con il vice già annunciato, Simone Faggi, è in assoluta continuità con la giunta Biffoni, quando quello di cui ci sarebbe stato bisogno, semmai, sarebbe stata una forte discontinuitá col passato”.
“Le distanze tra il M5S e il Pd sono numerose – prosegue La Vita -: la manutenzione ordinaria sui beni esistenti e le grandi opere, la gestione dei rifiuti, la sanità, la tutela dell’ambiente, il consumo di suolo, l’aggregazione dei servizi, la ripublicizzazione dell’acqua, la trasparenza, la lotta agli sprechi, la sicurezza…. La città in questi ultimi anni ha visto un aggravarsi delle sue criticità e il Pd ha enormi responsabilità sul peggioramento della qualità della vita di cittadini e cittadine. Come è possibile di punto e in bianco dimenticarsi di tutto? Credo che sarebbe stato utile, piuttosto, lavorare per offrire a cittadini e cittadine un’alternativa progressista al Pd, al sistema di potere e al clientelismo che permane sul nostro territorio da decenni. Trovo inoltre grave che su una decisione cosí importante e decisiva non sia stata coinvolta la base del M5S, attraverso una consultazione degli iscritti, ma che sia stato tutto deciso e imposto da figure nominate, alcune mai viste in città. Purtroppo il M5S si è trasformato in un partito come gli altri, dove la partecipazione non esiste più e le decisioni vengono prese dai vertici”.
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