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Stanasel contro il Toscana Pride: “Iniziativa contro il Governo e non a difesa dei diritti. Comune revochi patrocinio”. Il Pd lo attacca


Il capogruppo della Lega ha presentato una question time sull'argomento che verrà discussa nel Consiglio di domani: "Strumentalizzazione ideologica che offende le istituzioni e sfrutta la sensibilità delle persone per scopi partitici". La replica di Furfaro (Pd): "Sembra più interessato a difendere Orban e Romania che i diritti in Italia”. Blasi: "Il suo partito ha fatto dell'omofobia un'identità politica"


Claudio Vannacci


“Il Comune di Prato revochi il patrocinio al Toscana Pride”. A chiederlo, alla vigilia del festival che da oggi animerà il Giardino Buonmici in vista della sfilata in programma sabato 21 giugno, è il capogruppo della Lega Claudiu Stanasel, che ha presentato sul tema una question time che verrà discussa nel Consiglio Comunale di domani.
“Finalmente cade la maschera – dice Stanasel -: il Toscana Pride 2025 non è una semplice manifestazione per i diritti, ma una parata politica militante e schierata contro il Governo. Siamo di fronte a una strumentalizzazione ideologica che offende le istituzioni e sfrutta la sensibilità delle persone per scopi partitici. Tra le voci che hanno contribuito a questa narrativa militante del Toscana Pride figura anche l’assessore regionale del Pd Alessandra Nardini, che ha rilasciato dichiarazioni fortemente critiche verso il Governo e dispregiative nei confronti dell’Italia e di Paesi europei come Romania e Ungheria”.
“Parlare di crociate e persecuzioni in Italia è una menzogna pericolosa e una grave offesa – prosegue Stanasel –. Il Governo sta lavorando con serietà e rispetto delle leggi per unire il Paese, non per dividerlo. Chi sostiene il contrario fa solo politica sulla pelle dei cittadini”.
Proprio per questo Stanasel critica duramente il patrocinio concesso dalle istituzioni: “È gravissimo – dice – che Regione Toscana e Comune di Prato abbiano concesso il patrocinio a una manifestazione così apertamente militante e schierata contro il Governo nazionale. Le istituzioni dovrebbero garantire imparzialità e rispetto per ogni cittadino, non alimentare contrapposizioni politiche e sociali. Per questo – conclude Stanasel – chiedo pubblicamente al sindaco e all’amministrazione comunale di revocare il patrocinio concesso. Il simbolo del nostro Comune non può essere utilizzato per legittimare attacchi politici e militanti: deve rappresentare tutti i cittadini, non interessi di parte”.

A Stanasel ha poi replicato il deputato del Pd Marco Furfaro: “Che un consigliere comunale pagato dai cittadini pratesi, toscani e italiani – dice – si indigni non per la mancanza di diritti delle persone Lgbtqia+, ma perché si citano la Romania e l’Ungheria tra i Paesi meno avanzati in Europa sui diritti civili, è francamente surreale. Definire il Pride una ‘strumentalizzazione ideologica’ significa disprezzare chi lotta ogni giorno per vivere senza paura, amare liberamente, essere riconosciuto nei propri diritti”.
“Il Pride è una manifestazione politica, sì – prosegue Furfaro -. Ma lo è nel senso più alto del termine: lotta per la libertà, per l’uguaglianza, contro le discriminazioni. Stanasel invece preferisce attaccare chi difende i diritti, preoccupato non della condizione dei cittadini italiani, ma di quella dei politici romeni. A questo punto la domanda è semplice: a chi risponde, alle istituzioni e ai cittadini toscani e italiani o alla Romania?”.

Sempre nel campo del Pd il portavoce della segreteria toscana Diego Blasi aggiunge: “Stanasel non è un caso isolato: è solo l’ultima voce di un partito che dell’omofobia ha fatto un’identità politica. La Lega attacca il Pride perché non sopporta che esistano persone libere, visibili e uguali davanti alla legge. Chiedere di togliere il patrocinio al Toscana Pride perché ‘contro il governo’ è un atto gravissimo. In democrazia, il dissenso non si cancella con un ordine di partito ma del resto la Lega ci ha abituati a questo: censura, repressione, nostalgia dell’autoritarismo. Il modello è chiaro e a questo punto la domanda è inevitabile: Stanasel a chi risponde davvero? Ai cittadini pratesi o al generale Vannacci e a Viktor Orbán? È stato eletto in Italia o pensa di fare l’ambasciatore di una destra internazionale che odia la libertà, la diversità e l’uguaglianza?”.
“Stanasel dice che il Pride è una provocazione – conclude Blasi – ma no, è una risposta: è la risposta di chi non accetta che i diritti vengano trattati come un favore e le identità come un problema. Chi difende la libertà sta con il Pride, chi vuole negarla con Orbán e Vannacci. Noi sappiamo bene da che parte stare”

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