C’è una novità normativa che potrebbe cambiare i giochi politici per la scelta delle candidature a sindaco in vista delle elezioni comunali della primavera 2024. Le forze di maggioranza avrebbero raggiunto l’accordo per l’approvazione del decreto che accorperà le europee alle amministrative e che prevede nuove regole per la ricandidabilità dei sindaci uscenti dei piccoli Comuni. Non ci saranno limiti ai mandati per quelli fino ai cinquemila abitanti, mentre si potrà arrivare a tre mandati nei Comuni tra 5mila e 15mila abitanti. Proiettando la novità sul territorio pratese si accendono i riflettori sulla Val di Bisenzio. Su Vaiano e Vernio in particolare, rispettivamente 10mila e 6.200 abitanti, governate da due sindaci giunti alla fine del secondo mandato, Primo Bosi e Giovanni Morganti. Fa parte della stessa valle anche Cantagallo ma avendo meno di 5mila abitanti il sindaco ha già la possibilità di fare tre mandati. Se passerà la nuova normativa non ci sarà neanche questo limite.
Partiamo dal territorio con il quadro politico più complesso, Vaiano. Primo Bosi, 59 anni, sindaco dal 2014, e vicesindaco nei cinque anni precedenti, è molto amato dalla comunità che lo ha visto al suo fianco nel fronteggiare mille difficoltà: dalla viabilità alla battaglia sul 118, dal Covid alla recentissima alluvione. Da un po’ di tempo a questa parte l’opposizione più dura gli arriva da una parte del suo partito a livello locale, non è chiaro se a causa di una contrapposizione sulle scelte congressuali (Bosi si è schierato con Bonaccini, ndr) o se per cercare di emergere in vista delle comunali del 2024 dando per scontato che Bosi fosse giunto al capolinea. Invece questa novità rimescola le carte e gli animi. Se ci fosse davvero il terzo mandato, il Pd dovrà decidere se “puntare sul sicuro” ricandidando Bosi, magari con un accordo che distenda gli animi, o se puntare su altro con il rischio di spaccare partito ed elettorato.
Il diretto interessato prende tempo ma trapela il suo desiderio di continuare: “Ne devo parlare prima con la mia famiglia e poi con il partito. Dobbiamo fare un ragionamento insieme. Se c’è bisogno de mio apporto non mi tiro indietro. Andare via con un paese devastato dall’alluvione da ricostruire, mi duole. Vediamo se ci sono le condizioni. Altrimenti spero nella continuità. Sarei preoccupato nel lasciare un territorio con 12 milioni di danni a chi non ha esperienza amministrativa. – chiosa Bosi – Vediamo se questo decreto diventa realtà e poi valuteremo”.
Più armonica la situazione di Vernio come si intuisce dalle parole del segretario del Pd Pierluigi Amerini: “Quella del terzo mandato è una notizia che ci fa molto piacere perché sono stati dieci anni importanti e Giovanni Morganti ci ha messo molto del suo. Riconosciamo che ha lavorato bene. Noi lavoriamo tanto in gruppo per cui vediamo tutti insieme cosa fare. Alla collettività risolverebbe tanti problemi perché abbiamo tanti progetti finanziati dal Pnrr da portare a termine”.
Più trattenuto il diretto interessato che lascerebbe volentieri lo scettro ai tanti che in questi anni si sono distinti per capacità, impegno e passione. 45 anni, sindaco dal 2014 con alle spalle altri cinque anni in consiglio di cui gli ultimi mesi da assessore, Morganti vede nella primavera 2024 la chiusura del cerchio: “Quando ho iniziato avevo davanti un orizzonte temporale di 10 anni. – afferma il primo cittadino – Quello che potevo fare è arrivato tutto alla conclusione. Il terzo mandato sarebbe come ripartire da zero ma con condizioni diverse non tanto dal punto di vista politico – la nostra è una coalizione solida – quanto amministrativo e sociologico. Sono stati dieci anni molto pesanti tra frane, terremoti e Covid e abbiamo dato il massimo per cogliere l’opportunità offerta dal Pnrr. Qualcuno mi ha detto che mancano all’appello solo le cavallette assassine e poi le abbiamo avute tutte. Sono un pò stanco e avrei anche il mio lavoro di geometra da portare avanti. C’è da rifletterci. Lo faccio se sono convinto al 100%. Comunque siamo una bella realtà con tante persone in gamba in giunta e in Consiglio da cui possono uscire nomi spendibili”. I nomi che circolavano prima che l’ipotesi terzo mandato diventasse quasi realtà, sono quelli dell’attuale giunta ma anche di Marco Ciani, ex presidente della comunità montana. “Se entro l’anno il governo prende una decisione, rifletterò e mi confronterò con il partito e con il paese. Altrimenti dobbiamo andare avanti e ragionare come se questa ipotesi non ci fosse o rischieremo di arrivare impreparati all’appuntamento elettorale. Vernio esiste dal 1400, con o senza Giovanni Morganti”.
Guglielmo Bongiorno, 58 anni, sindaco di Cantagallo dal 2014, non sgomita per fare il tris anche se la legge già glielo permette: “Non lo so. Al momento opportuno ci penseremo. Un sindaco è espressione della volontà collettiva, non del singolo. Deve essere frutto della condivisione. Vediamo se ci sono le condizioni. Da oltre un mese siamo in prima linea a causa dell’alluvione del 2 novembre. E’ un momento molto delicato. Fare il sindaco è il mestiere più bello del mondo e se tornassi indietro lo rifarei ma in questi 10 anni dedicati alla comunità ho sottratto tempo ad altre cose. Sono convinto che amministrare un territorio è un lavoro di squadra e che sia compito della politica far crescere i giovani. Non ci sono uomini per tutte le stagioni. A Cantagallo abbiamo persone valide dentro e fuori la giunta e la maggioranza, nel partito e nella società civile. Chi si impegna nell’associazionismo è già proiettato verso la collettività”.
E poi c’è un’altra incognita che si allunga sulla Val di Bisenzio, quella del Comune unico. Piace ai Comuni di Vaiano e di Cantagallo ma non a Vernio. Ora tocca ai cittadini decidere. La Regione infatti, ha dato il nulla osta alla raccolta firme che dovrebbe avvenire a gennaio. Il tempo però stringe e anche se la consultazione fosse favorevole, appare complicato essere pronti per la primavera 2024. Un rebus nel rebus.
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