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In casa Lega è l'ora della resa dei conti. I nodi sono venuti al pettine: nessun consigliere eletto, quasi 20mila voti in meno rispetto alle Europee, oltre 4mila in meno nel Comune di Prato rispetto alle comunali 2019.
Un quadro sufficiente per mettere di fronte al plotone di esecuzione politica il commissario provinciale e candidato alle regionali, Gabriele Genuino che nonostante fosse capolista è arrivato terzo con appena 1.316 voti staccato nettamente dai primi due, Daniele Spada (3.112) e Diletta Bresci (3.003).
A sparare sono ben quattro dei sei consiglieri comunali di Prato: Eva Betti, Mirko Lafranceschina, Leonardo Soldi, Claudiu Stanasel che all'unisono chiedono le dimissioni di Genuino. "Al posto suo lo farei. – attacca Lafranceschina – Un commissario che viene da fuori (Empoli, ndr) per riportare l'unità e invece fa tutt'altro e in più si candida non sta né in cielo né in terra. Ora ha scoperto che a Prato i Papi stranieri non hanno successo. Uno sbaglio che ha fatto il Pd nel 2018 con Della Vedova permettendoci di portare in Parlamento Giorgio Silli e che ora ha replicato Genuino". Chiosa Soldi: "Per me non doveva neanche venire a Prato". Più analitica Eva Betti che ripercorre gli errori fatti nella formazione della lista e nel non voler sanare, bensì acuire le divisioni interne pregresse: "Il motto della Lega è "vince la squadra". Abbiamo perso ma la responsabilità non è della squadra bensì di chi non ha voluto ascoltare. O sei commissario e quindi come tale fai il mediatore o sei candidato. La nostra era una lista debole perchè le candidature vanno costruite per tempo. Era una lista squilibrata dove non era rappresentato un territorio importante per il distretto tessile quale Montemurlo. E nessuno provi ad attribuirci la sconfitta perchè ciascuno di noi ha dato una mano. Io tra l'altro mi sono anche resa disponibile ad autenticare le firme ma non sono stata neanche chiamata. Il partito ci ha escluso e ha preferito privilegiare altre persone".
Sulla stessa lunghezza d'onda Stanasel: "Genuino deve subito dare le dimissioni e fare posto ad altri perchè ha fallito miseramente. E' venuto qui a Prato con un preciso compito e invece si è piazzato capolista senza passare da un processo democratico. Noi rappresentiamo in consiglio comunalela voce del popolo leghista pratese. Tutta la sezione provinciale vuole iniziare un percorso nuovo con una guida pratese. E' arrivato il momento per il partito di rispettare ciò che chiedono gli elettori, ossia dare spazio a una classe dirigente pratese preparata o perderemo anche le prossime elezioni".
E poi c'è Daniele Spada, il più votato della Lega ma non del centrodestra. Il primato assoluto di questa compagine va a Gianni Cenni di Fratelli d'Italia con 3.421 preferenze, 309 in più di Spada, nonostante la percentuale del partito sia più bassa e pari al 16,50% (Lega 21.41%). Lui si dice comunque soddisfatto: "Ho ottenuto un risultato ogni oltre aspettativa personale perchè sono entrato in campo all'ultimo minuto su richiesta della Ceccardi. E poi Fratelli d'Italia è un partito più strutturato. In generale posso dire che è stato un voto ideologico come dimostra la cannibalizzazione delle liste di sinistra. Certe divisioni non hanno aiutato ma sono dinamiche che conosco poco essendo esterno". E a proposito. probabilmente, a livello di consiglio comunale, Spada continuerà a stare fuori dal gruppo della Lega ma aggiunge: "Parlerò con i vertici e valuteremo. La mia disponibilità a collaborare è totale". Nel caso la situazione restasse questa la Lega in sostanza avrebbe due capigruppo.
E.B.
Edizioni locali: Prato