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Primo Maggio, migliaia di persone in centro per chiedere più sicurezza sul lavoro


Il corteo della manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, è partito quasi puntuale da piazza Mercatale per raggiungere piazza Duomo dove si è svolto il comizio dei tre leader sindacali


Redazione


Ore 10.44. Da piazza Mercatale è partita la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil dedicata alla sicurezza suo lavoro. Il corteo capitanato dai tre leader sindacali Susanna Camusso, Carmelo Barbagallo e Annamaria Furlan, si è snodato da piazza San Marco a piazza delle Carceri e da qui in piazza San Francesco, piazza del Comune, via Guasti, via Muzzi e piazza Duomo per il comizio finale. La partecipazione complessiva si attesta attorno ai 3500 partecipanti (3000 per la questura), al di sotto delle aspettative che indicavano i almeno 6500 gli attesi.

Presenti due operai cinesi di un'azienda di Campi Bisenzio. Difficile capire dalla loro voce perchè hanno deciso di partecipare alla manifestazione di oggi. Nessuno di loro infatti, parla italiano. E' comunque una partecipazione simbolica per evidenziare l'inizio di un percorso d'integrazione.

Il bilancio delle morti sul lavoro avvenute nel 2018 si aggrava ulteriormente proprio alla vigilia della manifestazione. Ieri un uomo di 50 anni, che lavorava in proprio come taglialegna e giardiniere,è morto schiacciato da un albero che stava tagliando sulle colline pistoiesi. L'uomo, di origini albanesi, ma residente a Pistoia, era uscito nel pomeriggio di ieri per andare nel bosco, portandosi dietro tutto l'occorrente per tagliare della legna. E' stato ritrovato cadavere questa mattina dopo l'allarme lanciato dalla moglie che lo ha atteso a casa  invano. Starà adesso agli ispettori dell'Asl accertare eventuali responsabilità da parte del proprietario del bosco in cui è avvenuto l'infortunio mortale.
Un bollettino di guerra che i tre leader sindacali dal palco di piazza Duomo hanno chiesto di fermare facendo appello alla politica. "Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più. Basta, non si può e non si deve morire di lavoro -ha affermato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, preceduta dal collega della Cisl Carmelo Barbagallo:"Oggi siamo allo stesso livello di mortalità del 1911 e questo vuol dire che non stiamo facendo nulla. Si mette al primo posto il profitto".
In particolare è stata sottolineata la necessità di dare un governo al Paese: "Mi sembra che il Paese non si meriti il voto in autunno. Non ci si avvicina ai problemi del Paese continuando ad invocare il voto, servono cose concrete, mi pare che ci sia una responsabilità che le forze politiche devono assumersi – ha detto Susanna Camusso – noi chiediamo che i temi della sicurezza sul lavoro siano affrontati anche prima del nuovo governo. Abbiate il coraggio di usare le finestre che si sono aperte, di guardare ai programmi, di mettere al centro il lavoro: il Paese non si merita di andare ad elezioni anticipate". 
Presente alla manifestazione il segretario reggente del Pd, Maurizio Martina accolto da strette di mano, saluti e selfie dei partecipanti al corteo. "Il Pd non deve estinguersi", gli ha detto uno dei manifestanti. "E no, certo", ha risposto Martina sottolineando però che bisogna lavorare "tutti insieme". "Non mollare. Resisti, tieni duro", è stato l'incitamento arrivato da altri manifestanti. Poi alla stampa ha aggiunto: "Il problema non è come mi sento io. Io faccio il mio mestiere e sicuramente continuerò. Ma ho bisogno di fare un lavoro di squadra, non riesco ad immaginare il lavoro di un segretario fuori dalla collegialità, dall'idea di una squadra nel pieno rispetto delle opinioni di tutti, però marciando uniti". 

Ad aprire gli interventi dal palco di piazza Duomo, il sindaco di Prato, Matteo Biffoni che ha ricordato lo sforzo fatto dal territorio per reagire alle tragiche morti sul lavoro avvenute nel 2013 in una fabbrica dormitorio cinese in via Toscana a Prato e nell'estate scorsa alla Tignamica nel comune di Vaiano, in un appartamento trasformato in ditta, sempre da cinesi. 

"Mi rendo conto che per alcuni la città di Prato è stata rappresentata dal rogo di una fabbrica che ha intrappolato e ucciso 7 persone. Per me è un dolore, per quello che è accaduto e per quello che ne è conseguito – ha ribadito il sindaco -. Ma Prato ha trovato la forza di reagire a tutto ciò, è la città dove tutte le istituzioni con grande fermezza e costanza lavorano perché non si debba morire di lavoro, per non tradire quelle conquiste di diritti che a qualcuno sono costate la vita, è questa piazza gremita di donne e uomini che credono fermamente nel diritto a un lavoro sicuro e degno, come autorevolmente ci ha ricordato Papa Francesco parlando da quel pulpito sopra di noi: La sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno. Lavoro degno! Molto è stato fatto ma molto ancora c’è da fare, perché ci sono ancora questioni da mettere a punto. Una cosa, però, non possiamo per certo permetterci: commettere l’errore di pensare che il problema della sicurezza sul lavoro riguardi solo una parte della nostra città – ha concluso Biffoni -. Riguarda tutti noi: 175 infortuni in due anni (55 nel tessile, 20 trasporti e logistica, 6 edilizia, 16 impiantistica), 6 morti soltanto lo scorso anno sono numeri ancora troppo alti. Alla magistratura spetta trovare i colpevoli, alla politica trovare soluzioni. A tutti noi perciò spetta continuare a lavorare e a vigilare. Lo facciamo oggi, lo faremo sempre, perché non c’è comunità senza lavoro degno. Buon 1 maggio a tutti".

Sul fronte dell'ordine pubblico non si registrano criticità particolari. Una trentina le auto portate via dal carro attrezzi perchè parcheggiate lungo il tragitto della manifestazione, quindi in divieto di sosta.
E.B.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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