Se sul fronte dei progetti per lo stadio Lungobisenzio si era registrata una comunanza di idee tra centrosinistra e centrodestra, su quello delle piscine si accende invece la polemica, dopo l’intervento di ieri della candidata sindaca Ilaria Bugetti.
“Il Pd cambia le carte in tavola – dice Gianni Cenni, candidato sindaco alla guida della coalizione del centrodestra – e, come noi già più un mese fa, dice oggi che la piscina di via Roma non si deve chiudere. Bene, peccato però che negli ultimi dieci anni sia stato fatto esattamente il contrario e che se ora l’impianto è nelle condizioni pietose che tutti conosciamo, è solo ed esclusivamente per responsabilità di quella parte politica che a muso duro ha sostenuto fino a ieri la chiusura della piscina infischiandosene delle preoccupazioni e, permettetemi di dire, delle preghiere delle società, degli atleti, delle famiglie”.
“Il Pd cambia idea: miracoli della campagna elettorale – prosegue Cenni – ma due legislature di niente non si cancellano con una ennesima promessa. La candidata Bugetti, giocando con le parole già usate dal vicensindaco Faggi, peraltro nei suoi programmi e nei suoi auspici designato anche in futuro a ricoprire la stessa carica, parla di un piano di manutenzione corposo che nei fatti vuol dire chiusura per almeno un anno, quando invece si possono mettere in campo interventi manutentivi urgenti che consentirebbero all’impianto di ottenere il nulla osta dell’Asl fino al momento in cui non ci saranno alternative. Tutto ciò mi pare non solo e non tanto una pessima imitazione di quello che già io avevo proposto un mese fa, ma soprattutto un gioco di parole studiato ad arte per non smentire in maniera palese il proprio vice Faggi”.
Oltre un mese fa Gianni Cenni ha fatto tappa in via Roma per un sopralluogo nel corso del quale sono state evidenziate magagne, carenze e problemi di mancata manutenzione che non rendono sicuro l’impianto: “Se sarò sindaco – ribadisce – eviterò la chiusura della piscina attraverso il rispetto delle prescrizioni Asl che consentirebbe di proseguire, come già da qualche anno, l’apertura in deroga. Chiudere la piscina significa liquidare atleti che si sono sacrificati per un obiettivo, che hanno impegnato tempo ed energie per arrivare pronti alle sfide. Significa cancellare totalmente un settore sportivo, azzerare le società, condannare Prato a non essere più presente nei campionati di pallanuoto e nelle gare di nuoto sincronizzato. Non mi pare una bella prospettiva, anzi, e l’ho detto in modo molto chiaro sia nel corso del sopralluogo che nel successivo incontro con le società e le famiglie. Che ora lo dica anche il Pd è confortante: ma se invece di dirlo oggi, avesse fatto qualcosa negli ultimi dieci anni, con tutta probabilità non saremmo qui a parlare ancora di questo argomento con grande preoccupazione”.
