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‘Per il lavoro ci metto la firma’, la raccolta referendaria entra nel vivo. Spi Cgil Prato: “Ci battiamo per un lavoro più dignitoso e sicuro”


L'appello del segretario Lacaria: “Ogni firma è fondamentale”. Quattro i quesiti referendari per migliorare “qualità di lavoro, sicurezza e pensioni”: prima, però, servono 500mila firma per indire il referendum


Stefano De Biase


Procede a pieno ritmo la campagna per la raccolta firme a sostegno dei quattro referendum per rendere il lavoro dignitoso, stabile, tutelato e sicuro. A sostegno di questa raccolta firme c’è la CGIL e lo SPI CGIL, l’obiettivo è raggiungere la quota di 500mila firme per poter indire un referendum popolare, come previsto dall’articolo 75 della Costituzione.

Abbiamo bisogno dell’appoggio di tutti coloro che vogliono cancellare la precarietà e rendere il lavoro più sicuro. Una raccolta firme iniziata in una giornata ricca di significati, il 25 aprile, e che ora deve proseguire fino al raggiungimento della quota per indire un referendum. Il nostro è un impegno per un lavoro in Italia stabile, dignitoso, tutelato e sicuro. Lo Spi Cgil partecipa attivamente alla campagna referendaria.

I quattro quesiti referendari propongono di abolire i licenziamenti illegittimi, limitare i contratti a termine e garantire la sicurezza negli appalti. Il primo quesito referendario ha come obiettivo di sancire il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo a lavoratori e lavoratrici, “in modo di cancellare – sottolineano dal sindacato – le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015”.

Il secondo quesito punta a innalzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi per le lavoratrici e lavoratori che operano nelle imprese con meno di quindici dipendenti, andando a cancellare l’attuale tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato. Con la modifica richiesta dal referendum, sarà il giudice a stabilire l’entità del risarcimento giudicando di caso in caso, senza sottostare a massimali.

Il terzo quesito ha, come obiettivo, quello di superare la precarietà dei contratti di lavoro, per limitare l’utilizzo dei contratti a termine alle causali specifiche e temporanee e non renderli la base.

Il quarto e ultimo quesito mira a rendere il lavoro più sicuro nel sistema degli appalti, con l’obiettivo di cancellare la norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di infortunio e malattia professionale della lavoratrice o del lavoratore.

Oltre ai banchetti sparsi sul territorio o nelle sedi del sindacato, è possibile anche il voto on line attraverso il sito www.cgil.it/referendum. “Metterci la firma – conclude il segretario Lacaria – è davvero molto importante: il lavoro deve essere tutelato perché

è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà. Noi ci battiamo per questo ed è per questo che chiediamo a tutti di firmare per i referendum”.

Edizioni locali: Prato

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