"Don't stop believin", non smettere di crederci, lo canta Journey al termine del comizio di Nicola Zingaretti ieri sera, 21 settembre, in piazza del Comune, lo ribadiscono più volte tutti i candidati e gli esponenti Pd intervenuti da quel palco per lanciare la corsa finale verso le urne del 25 settembre che decreteranno la composizione del nuovo Parlamento.
Appelli accorati lanciati a un pubblico non poi così nutrito su cui per tutta la sera è aleggiato lo spettro del confronto con la piazza di 48 ore prima di Matteo Renzi per Azione e Italia Viva.
Il segretario provinciale Marco Bigioni, il sindaco Matteo Biffoni, la numero uno dei Giovani democratici Maria Logli, la segretaria regionale Simona Bonafè e i candidati nei collegi pratesi Tommaso Nannicini, Marco Martini e Marco Furfaro, tra una stilettata e l'altra agli avversari Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Carlo Calenda, hanno chiesto a iscritti e simpatizzanti di mettersi pancia a terra fino alla chiusura delle urne per convincere gli indecisi e ribadire che domenica "si scelgono due modelli diversi di società e di Europa".
La chiusura è stata affidata all'ospite d'onore, Nicola Zingaretti, governatore della Regione Lazio e già segretario del Partito Democratico: "La campagna elettorale non la decidono solo i candidati, i social e gli scontri televisivi. Va vissuta per strada e sarà fondamentale per spostare i rapporti di forza. Voi troverete un'Italia che ha paura. Ecco, l'obiettivo non è solo il voto ma togliere all'italiano la paura del futuro. Dobbiamo combattere affinchè il 25 settembre non vinca il principale responsabile delle bollette energetiche che stanno mettendo in crisi famiglie e imprese. Ce la possiamo fare. Noi siamo quella parte d'Italia che durante la tragedia del Covid ha battuto i pugni sul tavolo di Bruxelles per ottenere i fondi del Pnrr. Vogliamo investire risorse pubbliche perchè chi è senza lavoro venga accompagnato in un nuovo percorso di formazione, vogliamo tagliare le tasse ai più poveri e non come vuole fare la destra ai più ricchi. Vogliamo investire nella scuola e nella sanità pubblica. Meloni ci accusa di statalismo per questo. Secondo lei lo Stato non deve mettere risorse in questi settori ma deve decidere quale è la persona che un cittadino può amare. E a proposito di diritti civili, comunque vada si scordi di toccare la legge 194 perchè faremo le barricate. Quando l'Europa ha detto "condanniamo Orban perchè sta smantellando la democrazia ungherese", a noi non è piaciuta la risposta delle destre italiane: "Orban ha vinto le elezioni e può fare come gli pare". Non è così nella democrazia. Anche chi vince le elezioni deve rispettare la Costituzione e le leggi. Deve rispettare i diritti universali riconosciuti. Ecco quindi quale è lo scontro. Ora più che mai è importante la bella politica per impedire che l'incertezza si trasformi in disillusione, paura, rabbia. Da qui a domenica incontrate le persone in carne e ossa con cui fare una riflessione. Il populismo è la correzione moderna della vecchia destra, capace solo di cavalcare le paure. L'unico voto per fermare le destre è il voto al Pd. E' un dato matematico, non solo politico. Dobbiamo combattere fino a domenica alle 23".
Nicola Zingaretti dà la scossa al Pd pratese: “Massima mobilitazione fino a domenica”
Ieri sera il comizio in piazza del Comune alla presenza di tutti i candidati dei collegi pratesi, della segretaria regionale Bonafè, del sindaco Matteo Biffoni e del segretario provinciale Biagioni
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(e.b.)
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