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Tra pochi giorni i vertici di Alia Servizi ambientali che gestisce i rifiuti in tutta l'area metropolitana, saranno rinnovati (LEGGI) e una delle prime istanze che troveranno sulla loro scrivania è quella presentata dalle segreterie della Funzione pubblica della Cgil di Firenze, Prato e Pistoia. La preoccupazione del sindacato riguarda la salvaguardia del personale e la qualità del lavoro in vista della nascita della multiutility toscana con Publiacqua, così come annunciato dai sindaci dei principali Comuni soci delle due partecipate che insieme contano oltre 2.300 dipendenti (in foto).
Preoccupazione perchè secondo la Cgil Alia non ha ancora completato il processo di fusione dei quattro precedenti gestori in termini di politiche aziendali. "Un processo che ancora oggi è in corso, e che ha visto, nonostante tutte le difficoltà affrontate in questi anni, l’impegno e il senso di responsabilità da parte di tutti i lavoratori che non si sono mai sottratti al loro dovere garantendo vecchie e nuove attività, anche nell’attuale fase pandemica. A nostro avviso – si legge nel comunicato diffuso dalle tre segreterie della Fp Cgil – la discussione sull’assetto proprietario deve partire da una discussione sul futuro Piano Industriale, con investimenti sul lavoro, tenendo in considerazione lo stato attuale di Alia, in termini di occupazione diretta e in appalto, di esposizione economica, di problematiche gestionali ed impiantistiche. Non solo, il processo potrebbe prevedere l’ampliamento dei confini attuali, allargandosi a livello regionale aumentando la distanza tra azienda-lavoratori-territori-cittadini, come per il ruolo dei soci privati oggi presenti nelle aziende di Acqua, Luce e Gas con i rischi che un’operazione solo finanziaria può comportare sull’abbattimento dei diritti e sul salario dei lavoratori a vantaggio dei dividendi degli azionisti".
L'annunciata nascita della multiutility toscana agita anche la politica. Attraverso i suoi due consiglieri comunali di Prato che in merito hanno presentato un'interpellanza al sindaco Biffoni, il Movimento 5 Stelle si dice contrario all'operazione: "E' stata presentata come una soluzione che creerà risparmio ed efficienza, ma in realtà è una vera e propria holding che allontana i cittadini dal controllo di risorse, che mette al centro il profitto e non l'abbassamento delle tariffe, gli interventi per migliorare la rete idrica, la rete fognaria ed il servizio di depurazione. L'ennesima partecipata che non porterà un miglioramento dei servizi ma nomine e poltrone. – affermano Silvia La Vita e Carmine Maioriello – Nel 2011 la maggioranza degli italiani si era espressa affinché l’acqua ed altri beni e servizi non avessero rilevanza economica, ora l’obiettivo con questa multiutility è di entrare in borsa con tutto ciò che di negativo questo comporta in materia di difesa e priorità degli interessi pubblici e collettivi, di trasparenza e partecipazione democratica, anche da parte degli stessi Comuni. Negli ultimi anni tra l'altro in Consiglio Comunale il Pd ha depositato ed approvato vari odg e delibere dichiarando di essere favorevoli a una ripubblicizzazione dell'acqua, mentre oggi Biffoni con questa azione smentisce i suoi stessi consiglieri. Ancora più grave che il Consiglio Comunale sia stato esautorato dalle sue funzioni, visto che nessuna discussione è stata affrontata nel massimo organo di governo della città, diventato oggi, purtroppo, una sede dove si ratifica decisioni prese altrove".