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“Chiunque sarà il prossimo sindaco e qualunque sarà la sua responsabilità politica, dovrà avere chiaro che c’era una parte giusta e una sbagliata. I valori che i 29 martiri hanno difeso a costo della loro vita, non sono negoziabili. Quando indosserà questa fascia tricolore dovrà ricordare che tutto nasce da qui, da quella terribile pagine di storia”.
Nel suo ultimo 6 settembre da primo cittadino di Prato, Matteo Biffoni lascia un messaggio a chi verrà dopo di lui, a chi salirà sul palco nella piazza di Figline per ricordare il sacrificio di quei 29 giovani partigiani catturati e uccisi dalle truppe nazifasciste in ritirata nel giorno della Liberazione della città. Trattenendo a stento la commozione, Biffoni ha ripercorso i nove anni alla guida della città sul fronte Memoria: “Appena eletto mi sono preso un impegno verso me stesso e una comunità intera: lavorare agire ogni giorno nell’ottica dei valori che questi 29 martiri ci hanno lasciato con il loro sacrificio che sono e resteranno sempre il nostro punto di riferimento. Quel sacrificio ci ha lasciato la Costituzione che ci permette di trasformare quei valori in futuro costruendo un percorso di memoria che diventa domani. Torno qui dove sono le nostre radici con l’orgoglio di averci messo tutto l’impegno che potevamo metterci per onorare quel sacrificio e onorare quel patto, ogni giorno”.
Nel suo ultimo 6 settembre da primo cittadino di Prato, Matteo Biffoni lascia un messaggio a chi verrà dopo di lui, a chi salirà sul palco nella piazza di Figline per ricordare il sacrificio di quei 29 giovani partigiani catturati e uccisi dalle truppe nazifasciste in ritirata nel giorno della Liberazione della città. Trattenendo a stento la commozione, Biffoni ha ripercorso i nove anni alla guida della città sul fronte Memoria: “Appena eletto mi sono preso un impegno verso me stesso e una comunità intera: lavorare agire ogni giorno nell’ottica dei valori che questi 29 martiri ci hanno lasciato con il loro sacrificio che sono e resteranno sempre il nostro punto di riferimento. Quel sacrificio ci ha lasciato la Costituzione che ci permette di trasformare quei valori in futuro costruendo un percorso di memoria che diventa domani. Torno qui dove sono le nostre radici con l’orgoglio di averci messo tutto l’impegno che potevamo metterci per onorare quel sacrificio e onorare quel patto, ogni giorno”.
Al suo fianco, in piazza come nella marcia della pace da Galceti a Figline con deposizione della corona d’alloro al monumento per i 29 martiri, c’è Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale di Anpi: “L’antifascismo – ha detto – è un fronte che accomuna una grade battaglia collettiva. L’oggetto della memoria deve avere sempre un soggetto al presente”. In piazza è intervenuta anche Angela Riviello, presidente Anpi Prato: “Non è e non deve essere la piazza dei nostalgici che fa della memoria una teca da spolverare nelle grandi occasioni, bensì la piazza del futuro che si abbevera da questa memoria”.
Nell’elenco delle azioni messe in campo dal Comune in questi anni, c’è la manifestazione del 23 marzo 2019 in piazza delle Carceri “quando all’arroganza e tracotanza di 150 militanti di Forza nuova che vollero sfregiare la medaglia d’argento che onora il nostro gonfalone con un corteo in occasione dei 100 anni della nascita dei fasci di combattimento, Prato rispose pacifica con oltre 5mila persone davanti al Castello dove furono imprigionati gli scioperanti pratesi prima di essere deportati. Quella manifestazione era e resterà il simbolo e l’emblema dell’antifascismo di questa città”. E’ qui che l’applauditissimo discorso di Biffoni, si è spostato sull’attualità rivolgendosi al governo. “In queste settimane qualcuno da Roma si è permesso di giudicarla senza conoscerla. E’ una città che difende i diritti di tutti, dell’accoglienza, dell’inclusione, che lotta per un lavoro giusto e per combattere ogni giustizia sociale. C’è un lavoro pazzesco per portare tutti al livello nei diritti e nelle opportunità. Non nascondiamo mai la polvere sotto il tappeto. Chi arriva qui non è un numero, è una persona che merita un percorso di inclusione l’opportunità di volere bene alla comunità perché la comunità che accoglie merita l’incontro con l’altro e non con un fantasma magari appoggiato in una caserma dismessa o in una palestra. Chi accoglie deve essere tutelata e garantita e lo si fa se ci sono condizioni e strumenti corretti, legati al territorio. E dunque a chi dice che qui si predica bene e si razzola male, io lancio un invito: “vieni a dirlo qui guardando i pratesi negli occhi, nelle nostre scuole. Vieni a parlare con i nostri insegnanti, con gli operatori del Terzo settore, con il volontariato. Vieni a dircelo qui. Conoscete prima di parlare. Questa è una città libera, da pregiudizi e compromessi perché questo dobbiamo ai nostri 29 martiri, a chi ci ha dato una città prospera, capace di essere sempre un passo avanti”.
(e.b.)
Edizioni locali: Prato