Il risultato elettorale delle regionali in Sardegna con la vittoria dell’asse Pd-M5S rimbalza anche a Prato rafforzando la linea filo Schlein sul campo largo proprio quando si sta stringendo il cerchio intorno alla scelta del candidato sindaco con il nome di Ilaria Santi che, al momento, sembra in grado di raccogliere consensi un po’ da tutte le parti in gioco. Intanto il segretario provinciale Marco Biagioni rilancia e invita tutte le forze del centrosinistra a compattarsi: “La Sardegna ci insegna che uniti e con un progetto credibile si vince. Quel risultato è dei sardi, ma parla all’Italia. Adesso è il momento del coraggio. Andiamo oltre le divergenze e i personalismi. Anche qui a Prato. Sappiamo cavarcela da soli, uscire dalle tragedie e rialzarci insieme. Insieme, appunto. Per questo chiedo a tutte le forze progressiste, civiche e riformiste della città di fare questo sforzo. Anche al Movimento 5 Stelle. A Prato non si può e non si deve tornare indietro. Non si può tornare all’idea di una città in bianco e nero, che non crea lavoro e che non compete. Prato ha nella sua forza il fattore umano, il valore delle persone. E come accaduto in Sardegna, dobbiamo metterlo al centro. Chiedo alle forze politiche e sociali di farlo insieme, superiamo diffidenze e steccati. Perché guardarsi l’ombelico può farlo solo chi può permetterselo, noi dobbiamo ambire a costruire insieme la Prato che non lascia indietro nessuno. Insieme, possiamo farlo”.
Già in passato il Pd pratese aveva aperto ai Cinque Stelle prendendo una porta in faccia come risposta. Ora ci riprova. Vedremo se la vittoria di Todde, avrà fatto cambiare idea ai rappresentanti pratesi del partito di Giuseppe Conte. Intanto nel Pd sono giorni febbrili per la scelta del candidato sindaco. Quanto pubblicato sabato sui due nomi in campo in questo momento e sul passo di lato del segretario Biagioni, è ancora valido. E dunque come se ne esce?
Incontriamo Diego Blasi, portavoce del Pd Toscana e in questo momento pontiere tra le varie anime del partito pratese di cui fa parte.
Chi la spunta tra le due Ilaria, Bugetti o Santi?
“Serve un nuovo patto generazionale. Al di là di correnti e correntine, vincitori del congresso, ecc. C’è una spinta forte che viene dai nostri amministratori, dai militanti: sono maturi i tempi di una vera contaminazione tra chi governa partito e città. C’è una generazione pronta ad assumersi le responsabilità davanti ai temi del suo tempo dando continuità a questi 10 anni di buon governo e contemporaneamente rinnovamento. E’ questa la cosa che più conta”.
Sembra quasi un lancio della candidatura del segretario Marco Biagioni. Il suo è un passo di lato strategico?
“Biagioni è il protagonista e il regista di un’operazione di grande rinnovamento e difesa delle conquiste di questi 10 anni. Non è interessato ai ruoli per sé, lo dimostra il suo rifiuto a fare l’assessore due anni fa. La sua storia politica racconta che in gioco per lui c’è qualcosa di più grande. Prima viene la città. Ha fatto un passo di lato, sta aiutando a sciogliere i nodi: sta dimostrando il suo grande amore per Prato con grande responsabilità”.
Sulla scia del risultato sardo, Biagioni oggi ha aperto nuovamente ai Cinque stelle. Condivide?
“Prato è Prato. Il nostro modello è generosità e unità del partito. E’ apertura al corpo vivo della città e a tutte le forze civiche e politiche che vogliono guardare avanti. La Sardegna ci dice una cosa: uniti e plurali si può vincere anche quando sembra impossibile. Facciamo un appello, usciamo tutti dai recinti e costruiamo un progetto per la città. Fuori dall’unità, c’è l’irrilevanza, Una roba per privilegiati, inutile per aiutare chi rimane indietro”.
Biagioni aveva indicato nella fine di febbraio l’orizzonte temporale per chiudere sulla candidatura a sindaco. Ci siamo?
“Qualche altro giorno e sono sicuro che riusciremo a trovare un nome condiviso da portare in direzione. La destra ha scelto a Roma tra veti incrociati. Il nostro candidato viene scelto a Prato attraverso una discussione più profonda che ci porterà alla piena condivisione”.
Intanto il principale avversario è già a lavoro per conquistare fette di elettorato.
“Cenni è il passato, ha fatto parte del peggior governo della storia della città. Prato deve guardare avanti e dare continuità al cambiamento. La grande differenza con la destra è che il nostro candidato o candidata non sarà scelto da un tavolo romano tra veti incrociati ma da una discussione. Anche lunga e articolata, ma sarà Prato a scegliere. Abbiamo tanti nomi spendibili per vincere, è una fortuna che la destra non ha. Settimana prossima credo che avremo il candidato del centrosinistra. C’è chi sarà più contento e chi meno, ma tutti saremo compatti. Prima dei destini personali c’è la città. Quando Cenni era al governo della città, il nostro segretario aveva 17 anni, io andavo all’università, nel mezzo ci sono stati 10 anni di grande innovazione. Siamo i figli e le figlie politici di questa stagione di trasformazione della città e vogliamo continuare a guardare avanti”.
(e.b.)