E' Fratelli d'Italia ad intervenire sull'inchiesta della procura di Prato che ha travolto l'ospedale Santo Stefano con 44 avvisi di garanzia per truffa e peculato a medici, infermieri e tecnici del laboratorio di analisi che avrebbero garantito a familiari e amici esami del sangue gratuiti (leggi). Il senatore Patrizio La Pietra non fa sconti: “Non è sopportabile – dice – che reati così gravi macchino il servizio sanitario pubblico. Se qualcuno a qualsiasi livello e in qualsiasi misura ha sbagliato, paghi”. La Pietra se la prende anche con l'azienda sanitaria: “Se venisse confermato il sistema e soprattutto se venisse confermato che ciò accadeva da anni, la Asl non potrà non assumersi la responsabilità di una modalità di controllo dell'operato dei propri dipendenti non all'altezza. L'azienda, indipendentemente dal lavoro della magistratura, faccia presto a ricostruire quanto accadeva, a individuare falle nel sistema di gestione e di controllo e a dare risposte ai cittadini restituendo loro un servizio corretto, trasparente e in linea con l'alto costo sostenuto”. Il consigliere regionale Paolo Marcheschi parla di “mele marce” scoperte ancora dalla magistratura e chiede: “Cosa controlla il direttore della Asl Toscana centro? I direttori vanno cambiati, il presidente della Regione Enrico Rossi ne prenda atto”. E ancora: “Questa ripetuta mancanza di controllo da parte del direttore Morello Marchese e dei suoi collaboratori sta diventando sospetta. L'elusione del ticket è un grave danno economico per le casse della Asl. Siamo di nuovo al Morello Marchese che 'casca dal pero' e presenta un esposto solo successivamente all'apertura dell'inchiesta dando per l'ennesima volta l'impressione di non avere alcuna percezione di ciò che accade nelle strutture sanitarie della Asl Toscana centro”.
Interviene anche la Lega con il consigliere regionale Jacopo Alberti che chiede di “rimuovere tutti i coinvolti nell'indagine per l'elusione dei ticket per esami e analisi”. L'esponente del Carroccio chiede di commissariare il direttore sanitario dell'ospedale Santo Stefano. “Per adesso sono emersi 44 indagati, chissà quanti si sono voltati dall'altra parte e non hanno denunciato comportamenti scorretti. Non è possibile che nessuno si sia accorto di nulla in tutti questi anni. Chi è indagato deve essere rimosso dall'incarico”. Alberti chiede anche di conoscere l'ammontare del danno economico, quante persone siano effettivamente coinvolte e in quali ruoli, il nome di chi avrebbe dovuto controllare che tutto ciò non accadesse”.
Di tutt'altro tenore l'intervento del consigliere regionale del Pd, Nicola Ciolini, membro della commissione Sanità, che invita a non generalizzare: "Non solo per coerenza verso un principio di garantismo che per il sottoscritto è sempre valido, bisogna evitare calderoni indiscriminati. Se qualcuno ha sbagliato e commesso reati, ne pagherà personalmente le conseguenze. Saranno costoro, eventualmente, a salire sul banco degli imputati e non l’ospedale Santo Stefano o la sanità pratese nel suo complesso. Chi come il sottoscritto, che in questi anni ha avuto l’opportunità di conoscere anche le altre realtà sanitarie della nostra regione, può testimoniare che a Prato abbiamo un ottimo livello di qualità professionale, sia in termini di cura che di diagnostica e prevenzione. Per questo – conclude Ciolini – evitiamo di sparare nel mucchio, perché faremmo un danno alle persone e, insieme a loro, all’intera sanità pratese".
Inchiesta sugli esami del sangue all’ospedale, dura reazione di FdI. La Pietra: “Colpire anche chi non ha controllato”
Dopo i 44 avvisi di garanzia ad operatori sanitari dell'ospedale Santo Stefano, il senatore Patrizio La Pietra e il consigliere regionale Paolo Marcheschi si scagliano contro il sistema di controllo dell'operato di medici, infermieri e tecnici. Il consigliere regionale della Lega Jacopo Alberti chiede di commissariare il direttore sanitario dell'ospedale e rimuovere dall'incarico tutti i coinvolti
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