Sono arrivati in Parlamento gli echi della vicenda giudiziaria che ha coinvolto la sindaca Ilaria Bugetti, accusata di corruzione dalla Dda di Firenze con contestuale richiesta di arresti domiciliari ancora al vaglio del gip.
A sollevare la questione è stata una interrogazione al ministero del Lavoro presentata, lo scorso mese, dall’onorevole Chiara La Porta e riconducibile, secondo la parlamentare di Fratelli d’Italia, a quanto sta emergendo in questi giorni. “Oggi in aula alla Camera – spiega La Porta – abbiamo appreso, in seguito alla risposta ad una mia interrogazione relativa, tra i vari aspetti, alle condizioni di sfruttamento del lavoro nelle aziende del nostro territorio, che il Maglificio Cxl, tra i finanziatori della campagna elettorale per la corsa a sindaco di Ilaria Bugetti, è stato oggetto di due controlli dell’Ispettorato, risultando irregolare sotto molti fronti. Il primo, all’inizio del 2024, in seguito al quale è stato emesso un verbale contributivo, per cui è ancora in corso un contenzioso, il secondo nel febbraio scorso, da cui sono ulteriormente emerse specifiche violazioni ed illeciti. Quella stessa azienda di fronte alla quale i lavoratori sfruttati protestavano nel febbraio scorso e che furono multati dalla polizia municipale per occupazione di suolo pubblico, salvo poi ricevere la solidarietà del sindaco Ilaria Bugetti che, evidentemente, si era dimenticata che gli agenti del suo Comune li avevano sanzionati. Il sindaco – prosegue La Porta – non poteva non sapere che quella ditta praticasse illeciti già ad inizio 2024, data che apprendiamo nella risposta di oggi, e ci chiediamo, lecitamente, non solo se fosse quindi davvero libera e, di conseguenza, adeguata al ruolo di primo cittadino di una città piegata dall’illegalità cinese, dato che non avrebbe avuto dubbi sull’opportunità di accettare finanziamenti da imprenditori irregolari”.
La Porta collega poi la circostanza alla recente inchiesta: “A prescindere dall’iter giudiziario dell’inchiesta a suo carico – insiste -, il tema è e resta politico. Per noi Bugetti era inadeguata ieri, così come lo è oggi. Mentire ai cittadini, omettendo dal curriculum, in occasione di tre tornate elettorali, un incarico professionale e da chi, quindi, sia stata stipendiata per anni, è incompatibile con ruoli istituzionali. Prato merita di più, ed è necessario superare un sistema più che radicato che, nella migliore delle ipotesi, ha portato a voltarsi dall’altra parte rispetto a fenomeni criminali molteplici che attanagliano il nostro territorio”.
Tutto questo mentre sulla vicenda c’è da registrare anche l’intervento congiunto dei segretari provinciali dei partiti di centrodestra Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Partito Liberale Italiano e Udc. “Il quadro emerso in questi giorni dalle principali testate giornalistiche – scrivono – esprime, senza alcun fraintendimento, la debolezza della politica cittadina: una politica che da oltre undici anni governa ininterrottamente la città, ma che nell’arco di tutto questo periodo amministrativo ha lasciato spazio a zone grigie in cui intermediari e interessi si sono mossi nel dispregio delle istituzioni democratiche. È una politica debole, incapace di prevenire opacità e ambiguità, che ha perso autorevolezza e autonomia. In questo contesto, la questione etica non può essere derubricata né rinviata”.
Da qui tre richieste avanzate alla sindaca Bugetti: “Le chiediamo di iniziare un percorso di chiarimento pubblico e trasparente in Consiglio Comunale, non alla magistratura alla quale risponderà nelle sedi opportune e con i tempi necessari, iniziando ddl rapporto professionale intrattenuto con una società privata durante il proprio mandato istituzionale in Regione, mai comunicato ufficialmente; le retribuzioni percepite da detta società, in assenza – secondo le ipotesi d’indagine – di attività lavorativa effettiva; l’eventuale interferenza nella gestione di contributi, autorizzazioni e controlli a favore della società in questione e di soggetti a essa riconducibili”.
“Non si tratta di anticipare giudizi, né di speculare sul piano giudiziario – prosegue la nota – ma di affermare con forza che chi riveste incarichi apicali nelle istituzioni ha il dovere politico di chiarire con immediatezza, perché la fiducia si costruisce nella verità: la politica attraverso le sue organizzazioni rappresentative non può anteporre agli interessi della propria comunità quelli di soggetti esterni. Chiediamo che questo chiarimento avvenga in tempi brevi, nella sede istituzionale opportuna. Prato ha diritto a quella verità che non chiede solo la coalizione di centrodestra ma tutta la cittadinanza che non può non essere sbigottita davanti a questa vicenda”.
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