Rudi Russo rinuncia al vitalizio da consigliere regionale. Il giovane esponente pratese del Pd ha dato notizia della sua decisione su Facebook postando la foto della dichiarazione di rinuncia all'assegno vitalizio, circa 1600 euro al mese. "Oggi ho comunicato alla Presidenza del Consiglio la mia rinuncia al vitalizio da Consigliere regionale. – scrive Russo su Facebook – Con questa legislatura regionale finisce il capitolo di questo istituto in Toscana, di cui trai primi ho sostenuto l'abolizione."
Dalla prossima imminente legislatura, infatti, si passa al metodo contributivo. I consiglieri, al compimento dell'età della pensione, riceveranno quanto hanno versato. Ne più ne meno. Il vitalizio sparirà. Rudi Russo ha quindi deciso di essere coerente. Coerenza che in questo caso paga perchè la rinuncia al vitalizio comporterà la restituzione di quanto versato in questi cinque anni in Consiglio regionale, prima tra i banchi dell'Italia dei Valori, poi tra quelli del Pd. Soldi liquidi che possono far comodo ad un ragazzo di 32 anni con una professione tutta da costruire. Il secondo mandato per lui, infatti, non è scontato. Sarà sicuramente tra i sei candidati della lista del Pd di Prato, ma la reintroduzione delle preferenze nella legge elettorale, rende l'obiettivo della conferma più difficile da raggiungere, tanto più che a Prato, probabilmente, passerà un solo consigliere.
"Non è un gesto eroico. Avrò indietro quanto ho versato – spiega Russo da noi raggiunto telefonicamente – e non voglio neanche contrappormi a chi non ha fatto la mia stessa scelta. Penso solo che i vitalizi, a lungo andare pesano sulle casse della Regione. Io ho 32 anni, preferisco togliermi dal sistema pubblico di previdenza e rivolgermi a quello privato".
Russo non è l'unico consigliere regionale ad aver rinunciato al vitalizio. Ad esempio Mauro Romanelli e Giuliano Fedeli hanno fatto altrettanto.
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