“Sarà dura, il Pd è una macchina da guerra ma io non ho paura”. Scende in campo Marilena Garnier e lo fa davanti alle oltre trecentocinquanta persone che ieri, lunedì 10 dicembre, si sono riunite all'Art hotel museo per l'inizio della corsa alle amministrative del 2019. “Candidarsi con una lista civica non è una passeggiata – ha chiarito – ma lealtà, onestà, etica, forza e coraggio renderanno tutto più facile”.
A quattro anni e mezzo dall'ingresso in Consiglio comunale a braccetto con il sindaco Matteo Biffoni e dopo il matrimonio lampo con la Lega, Garnier, 53 anni, dipendente dell'Agenzia delle Entrate, ha rotto (di nuovo) gli indugi e ha annunciato la sua candidatura a primo cittadino. Contro il Pd, contro il governo guidato da Biffoni. E' il terzo candidato sindaco ad oggi: si sono già messi ai nastri di partenza Massimo Nigro di Forza Nuova e Aldo Milone di Prato libera e sicura.
“Una lista civica vera e non una lista civetta per rastrellare voti – ha detto tra gli applausi – con la mia associazione ho pensato a progetti belli, semplici e fattibili. Non promettiamo opere faraoniche che tanto non portano a nulla, vogliamo migliorare la città misurandoci con i soldi, le forze e le energie che abbiamo a disposizione”. Il centrodestra? “E' prematuro ogni ragionamento, io intanto penso a lavorare per la città”.
Giudizi come accette quelli di Marilena Garnier sull'ultima legislatura ormai agli sgoccioli. “Ho lasciato la maggioranza perché ho preferito fare piuttosto che tradire i miei principi. Ho presentato ventitré esposti in questi anni, dal Creaf allo stadio Lungobisenzio solo per citarne alcuni – ha detto ripercorrendo la sua esperienza di consigliere comunale che conta anche 80 accessi agli atti, 110 interrogazioni, 108 question time, 21 mozioni – la politica ha dimostrato di non saper gestire i soldi pubblici, i soldi tolti dalle nostre tasche. Il Creaf? Fosse stato per me, il problema non sarebbe esistito, semplicemente perché non avrei mai intrapreso quel cammino. Lo stadio? In due anni il Comune ha speso tanti soldi e ora è vuoto, inutilizzato dopo le vicende che hanno contrapposto l'amministrazione all'Ac Prato. Servono tra i 150 e i 200mila euro l'anno per la manutenzione e ventimila euro per eliminare la gramigna. Ho portato le carte alla procura e alla Corte dei Conti, vedranno loro se va tutto bene”. E ancora: “Il sottopasso del Soccorso? Il cavallo di battaglia di questa amministrazione, meraviglioso il rendering ma la realtà è un'altra cosa. C'è una falda che cresce e che non va d'accordo con la realizzazione di una infrastruttura come quella, non lo dico io, lo dicono gli esperti. La soluzione era ed è il terrapieno: basso costo, massima resa”. E continuando con le opere pubbliche, il Parco urbano: “Non è tra i progetti più belli se penso a quelli bellissimi dell'assessore Barberis. Progetti bellissimi ma poco realizzabili. Questo sembra un cimitero. Senza contare l'impatto che l'abbattimento del vecchio ospedale produrrà: porto solo ad esempio i cento camion al giorno che faranno avanti e indietro, e praticamente in centro, per portare via gli inerti”. Tante altre questioni sul piatto: sicurezza, immigrazione, integrazione, scuola, partecipate.
“Ho bisogno di tutti, è arrivato il momento di metterci la faccia – l'appello alla gente presente in sala – ci credo e dobbiamo crederci che Prato possa tornare ai suoi antichi splendori. E' possibile con una democrazia partecipativa, con una politica in grado di ascoltare, qualcosa di buono si può fare e non è vero che è tutto perduto”.
Garnier si candida a sindaco: “Il Pd è una macchina da guerra ma io non ho paura”
Più di trecentocinquanta persone hanno preso parte al lancio della lista civica di Marilena Garnier, consigliere comunale indipendente dopo l'esperienza nella maggioranza e quella nella Lega. "Non sarà una passeggiata ma tutti insieme possiamo provarci"
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