“Se fosse il calciomercato di gennaio, direi che l'acquisto per la nostra squadra è ottimo perché arriva un giocatore che non ha bisogno di rodaggio”. Così oggi, sabato 9 gennaio, il sindaco Matteo Biffoni ha presentato Gabriele Bosi, segretario provinciale del Pd che entra nella Giunta al posto del dimissionario Lorenzo Marchi. Un ingresso senza scosse: il nuovo assessore assume in blocco le deleghe del precedente – Turismo, Università e ricerca, Affari generali e legali, rapporti con le partecipate sono le più importanti – “per continuare la strada già segnata”. Insomma, un cambio di pedina. Certo, non una pedina qualsiasi: “Ho scelto Gabriele Bosi perché garantisce una operatività immediata – le parole del sindaco – perché conosce bene le deleghe di cui si occuperà, perché conosce bene i punti di forza e di debolezza del bilancio, perché sa cosa c'è dentro ogni stanza del Palazzo comunale e perché in un momento di emergenza sanitaria che continua e con altre salite da affrontare serve una buona spalla in più. E, infine, perché nutro nei confronti di Gabriele una fiducia incondizionata e una grandissima stima personale e politica”. Umiltà e dialogo con tutti le carte calate da Bosi che ha fatto una panoramica del tanto lavoro che lo aspetta: perfezionare il sistema turismo per fare in modo che Prato, già pronta, sia la prima, o tra le prime realtà, a scattare quando ci sarà la ripartenza; sfruttare al massimo l'Università, in particolare la formazione e la ricerca, per rafforzare il distretto; valorizzare il patrimonio pubblico non solo economicamente ma anche culturalmente e socialmente attraverso la partecipazione e il Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni; portare al traguardo la grande sfida delle società partecipate con una riorganizzazione che offra al cittadino servizi pubblici locali migliori e a tariffe calmierate. Ha decisamente molto da fare Bosi (“La scommessa è doppia, anzi tripla perché il momento è delicatissimo e complicato”) , ma ora deve preoccuparsi di schiarire il polverone sollevato con la sua nomina ad assessore. Qualche anima del partito non ha gradito accusando mancanza di confronto e unità di intenti: “Faccio fatica a comprendere – ha detto senza troppi ricami il sindaco – voglio interpretare certe polemiche come un eccesso d'amore e di partecipazione alla vita del Pd. Alla fine di tutto, la squadra la fa il sindaco”. Punto. “La dialettica è fisiologica – ha aggiunto Bosi – mi sento di assicurare che ero e resto a disposizione, che il mio compito di essere rappresentativo di tutte le anime del partito è un punto fermo perché sono il segretario di tutti”. Sullo sfondo il futuro del partito alle prese con il dopo Bosi. Il congresso è questione di settimane, al massimo di qualche mese: da aprile in poi, tutti i giorni sono buoni fino a settembre. Non è difficile immaginare qualche turbolenza anche se l'argomento viene agevolmente aggirato: “I rapporti interni sono ottimi – ancora Bosi – il Pd pratese è un modello in Toscana e non solo. Le città che sono andate al centrodestra in questi anni erano a livelli di balcanizzazione mai visti. Assumo il mio nuovo incarico e allo stesso tempo accompagnerò il partito verso il congresso grazie anche ad una segreteria forte, capace, presente”. Per dirla in altre parole: “Il ruolo di segretario provinciale del partito non lo mollo. C'ero e ci sono”.
Gabriele Bosi fa il debutto in Giunta: “Resto alla guida del Pd fino al congresso”
Subito al lavoro il nuovo assessore che sgombra il campo dalle polemiche interne al Pd. Il sindaco: "Faccio fatica a comprendere le critiche, le prendo come un eccesso d'amore e di partecipazione alla vita del partito"
84
nadia tarantino
Edizioni locali: Prato