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Nicola Ciolini compirà 48 anni a Ferragosto. Il suo segno zodiacale è il leone ma lui, che è agronomo, al cielo preferisce la terra e ai sogni la realtà. Il 20 e il 21 settembre lo attende una sfida importante, quella per la riconferma in Consiglio regionale tra i banchi del Pd.
Nel 2015 ottenne 7.430 preferenze, quasi 900 in più della collega Ilaria Bugetti, anche lei nuovamente in pista per il bis. E’ membro della commissione Sanità perchè è questo l’ambito che gli è più congeniale. Figlio del noto ginecologo, Paolo Ciolini, già primario a Prato, in questi anni ha lavorato tanto per potenziare la sanità pratese fino a diventare una sorta di cinghia di trasmissione tra le istanze del territorio, i vertici dell’azienda sanitaria e la Regione.
Nel 2015 ottenne 7.430 preferenze, quasi 900 in più della collega Ilaria Bugetti, anche lei nuovamente in pista per il bis. E’ membro della commissione Sanità perchè è questo l’ambito che gli è più congeniale. Figlio del noto ginecologo, Paolo Ciolini, già primario a Prato, in questi anni ha lavorato tanto per potenziare la sanità pratese fino a diventare una sorta di cinghia di trasmissione tra le istanze del territorio, i vertici dell’azienda sanitaria e la Regione.
Sposato, padre di due bambini, persona estremamente pratica, Ciolini ha alle spalle una carriera politica fatta soprattutto di ruoli amministrativi. L’inizio è targato 1999 quando viene eletto nel Consiglio comunale di Montemurlo con i Democratici per Prodi e diventa anche presidente dell’Area protetta del Monteferrato. Nel suo secondo mandato il sindaco Ivano Menchetti lo vuole in giunta e gli affida i servizi sociali. Il desiderio di fare il primo cittadino del suo paese deve fare i conti con un altro aspirante, Mauro Lorenzini, che lo sconfiggerà alle primarie ma che poi lo vorrà al suo fianco come vicesindaco nel primo mandato. Alla fine di questa esperienza sposa con convinzione il messaggio di Matteo Renzi ma decide di non seguirlo in Italia Viva. Al momento non riesce a rispecchiarsi nelle attuali correnti del Pd e preferisce non avere etichette anche se apprezza Bonaccini.
Lo incontriamo per una breve intervista.
Perchè ha deciso di ricandidarsi?
“Perchè credo sia giusto che i cittadini che mi hanno votato nel 2015 possano esprimere un giudizio sul mio operato di questi cinque anni. E poi perchè nel mandato che sta per chiudersi ho gettato le basi per una serie di progetti che voglio portare a conclusione nel prossimo quinquennio. Penso alla nuova palazzina dell’ospedale, al distretto di San Paolo e alla Casa della Salute di Montemurlo”.
Di cosa va più fiero del suo lavoro a palazzo Panciatichi?
“Di aver ridato dignità alla sanità pratese”
A proposito della palazzina del Santo Stefano. Lei è stato uno dei primi ad ammettere che le dimensioni dell’ospedale sono un limite in un territorio così popolato e problematico e a darsi da fare per correggere il tiro.
“Cinque anni fa, uno dei motivi per cui mi sono candidato era proprio quello di aver condiviso con il sindaco Biffoni la necessità di recuperare in Regione un ruolo importante per rafforzare la sanità pratese. La realizzazione del nuovo ospedale ha offerto tanti vantaggi che durante il Covid abbiamo potuto apprezzare, ma la debolezza sui servizi territoriali doveva essere risolta. Quindi c’era bisogno di un impegno particolare sul tema. Già nel 2016 abbiamo raddoppiato i posti di cure intermedie, passati da 12 a 24. Oggi sono più di 70. Contemporaneamente abbiamo lavorato per trovare le condizioni politiche e finanziarie per costruire la nuova palazzina del Santo Stefano. Oggi siamo alla fine del percorso progettuale che aprirà la strada alla gara d’appalto”
Durante il periodo più duro della pandemia è stato in prima linea per aiutare il mondo del volontariato e lo stesso ospedale. Cosa le è rimasto di quel periodo?
“Un enorme bagaglio di conoscenze e di rapporti con persone con cui ho condiviso due mesi e mezzo difficili. Ora ho più consapevolezza delle virtù e delle carenze della nostra sanità e la convinzione che il sistema pubblico è l’unico possibile”.
Il suo più grande rammarico?
“Credo che in Regione non abbiamo fatto abbastanza sul lato ambientale e quindi questo deve essere un tema su cui lavorare nei prossimi 5 anni. Mi riferisco alla gestione dei rifiuti che merita risposte concrete e alle politiche di mobilità sostenibile che non possono più essere rimandate”.
L’ampliamento dell’aeroporto rientra tra le politiche di mobilità sostenibile?
“Per me no”
Perchè allora è uscito dall’aula durante la votazione sulla mozione dell’opposizione contraria al progetto?
“Perchè quando si fa parte di un gruppo, gli atti si condividono con il gruppo. Non metto in difficoltà il mio gruppo su una discusisone che non era stata fatta”.
Come spiegherà all’elettorato pratese che il vostro candidato presidente, Eugenio Giani, è favorevole all’ampliamento del Vespucci?
“Non solo Giani ma tutto il Pd regionale 5 anni fa aveva messo in programma questa opera. Il Pd di Prato ha espresso una posizione chiara in merito. Pur rispettando la scelta della maggioranza abbiamo chiesto che venissero rispettate tutte le prescrizioni della Via (bocciata dal Consiglio di Stato, ndr) e che vengano date tutte le garanzie nel rispetto della salute dei cittadini. Personalmente penso che sia un’opera che non sarà mai realizzata”
Come valuta la questione Demos a capo della sua lista dove lei è terzo dopo Bugetti?
“Scelta fatta dal partito regionale che segue logiche figlie di accordi politici. In questo caso l’accordo con Demos lo ha fatto Zingaretti. Tra l’altro gli equilibri di corrente mi sembrano più che rispettati. Certo, avrei preferito essere io capolista dato che cinque anni fa sono stato il più votato, ma non è la fine del mondo. Gli elettori scelgono chi preferiscono tra sei nomi al di là della posizione”.
Da dove nasce questa rivalità con la sua collega Ilaria Bugetti?
“Non c’è alcuna rivalità con Ilaria. Esprimiamo punti di vista diversi dentro lo stesso partito ed entrambi cerchiamo di fare il possibile per questa comunità. E’ normale che in un’elezione con le preferenze ci sia una sana competizione. Ma sono sicuro che entrambi accetteremo il risultato che uscirà dalle urne con la speranza che si possa mantenere entrambi i seggi. E’ più difficile di 5 anni fa ma non è escluso”.
Chi è il suo nemico? Bugetti o la candidata del centrodestra Susanna Ceccardi?
“Il centrodestra nel suo complesso. L’obiettivo è quello di continuare a dare la Toscana un buon governo di centrosinistra. In questa fase così delicata ha dimostrato di saper dare le risposte che i cittadini si aspettavano”
Secondo alcuni recenti sondaggi, Giani e Ceccardi sono dati a pochissima distanza l’uno dall’altra.
“Non ho questa percezione. Le persone sapranno ben valutare il candidato migliore”.
Questa per lei è la battaglia della vita?
“No. In politica non esistono battaglie della vita. L’importante è l’affermazione del Pd. I destini personali vengono dopo”.
Priorità per Prato nel caso di conferma in Consiglio?
“Riportare la sanità nelle case delle persone. Quindi lavorerei a testa bassa per potenziare l’assistenza domiciliare”.
Come risolviamo il pasticcio del Tpl?
“Non è un segreto che non ho condiviso il modo di agire del presidente Rossi. Al di la delle diatribe con e tra aziende partecipanti alla gara, la paura è che a settembre, con la riapertura delle scuole, non si riesca a dare un servizio adeguato agli utenti. Avrei preferito che fosse stata questa la priorità della giunta piuttosto che una lite con le aziende”.
Eleonora Barbieri
Edizioni locali: Prato