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Cinque anni fa Ilaria Bugetti ha lottato con le unghie e con i denti per entrare in Consiglio regionale. Ce l’ha fatta contro ogni pronostico ottenendo 6.538 preferenze. Risultato che ha portato il Pd provinciale al 43,20%. Oggi quella sfida si ripropone ma ha una valenza diversa della semplice conquista di un posto al sole, anche stavolta in concorrenza con il collega Nicola Ciolini. 46 anni, mamma di una ragazza di 17, laureata in scienze politiche-relazioni internazionali, è entrata in politica nel 1999 iscrivendosi aI Ds. In quell’anno viene eletta in Consiglio comunale a Cantagallo, suo comune di origine, e poco dopo viene nominata assessore. Esperienza, questa, che le apre la strada ai due mandati da sindaco nel decennio 2004-2014. Dal 2010 al 2013 è stata anche segretaria provinciale del Partito democratico sconfiggendo alle primarie Stefano Ciuoffo. Dopo due anni di stop, nel 2015 è tornata in pista conquistando un posto a palazzo Panciatichi.
Zingarettiana doc, lo scorso febbraio è entrata nella direzione nazionale del Pd. La incontriamo per una breve intervista.
Zingarettiana doc, lo scorso febbraio è entrata nella direzione nazionale del Pd. La incontriamo per una breve intervista.
Perchè ha deciso di ricandidarsi?
“Perchè in questo mandato abbiamo impostato tante cose e tante altre sono da fare e mi piacerebbe portarle a termine. Credo di essermi spesa a fianco dei territori su tematiche strategiche che non possono essere lasciate a metà. E poi credo di rappresentare un’idea della politica e del partito diversa”.
E’ la battaglia della vita?
“Lo era anche l’altra volta perchè mi davano tutti per spacciata. Stavolta lo è di più perchè si contrappongono due idee di partito diverse. Sta finendo un’epoca e ne sta cominciando un’altra. Qualcosa sta cambiando nel centrosinistra. Dobbiamo solo capire i tempi e quanto saremo forti. C’è bisogno di mettere insieme chi legge la politica in modo diverso, senza rottamazione che è un termine che non sopporto”.
Cosa intende per politica diversa?
“Ad esempio smettere di scegliere i candidati di tutta Italia chiusi in una stanza a Roma. I processi democratici sono lunghi e faticosi ma il confronto è un valore. E basta anche con questo “me contro te”. Sogno un centrosinistra compatto in cui le differenze siano accolte con bontà umana e gentilezza, cose che purtroppo non sento più, che non teme il confronto e neppure lo scontro”
A proposito di scontro. Cinque anni fa la rivalità con Ciolini e che ora appare più feroce, ha portato in alto il risultato ottenuto dal Pd.
“Dovremo fare altrettanto. Impegnarsi per ottenere due consiglieri”
Si dice che la scelta di dare il capolista a Demos sia stata fatta dal Pd regionale per evitare che la capolista fosse lei.
“E’ la verità. Purtroppo a volte in politica si prendono decisioni che contravvengono ai criteri che ci eravamo dati ma non ci si abbatte e si va avanti”
Alla luce di quanto successo è pentita di non aver preteso un adeguamento degli organi di partito locali al risultato del congresso che ha visto vincere Zingaretti?
“E’ un problema nazionale. Da quando è stato cambiato lo statuto i congressi regionali e locali non sono più in linea con quello nazionale. Sapevamo quindi che che c’era un’oggettiva difficoltà e che la battaglia era lunga”.
Cosa ci dobbiamo aspettare da una sua eventuale vittoria. Potrebbe tradursi in impostazioni diverse in ambito locale?. Penso ad esempio alla giunta Biffoni e alla segreteria.
“Cambieranno tanti equilibri. Sarà un percorso molto interessante”
Chi è il nemico, Ciolini o Ceccardi?
“L’astensionismo”.
I sondaggi danno Ceccardi e Giani a pochissima distanza l’uno dall’altra.
“Non bisogna dare niente per scontato. E’ un periodo difficile. La gente ha ancora paura, la crisi morde. E’ il momento più facile per arrabbiarsi e cedere agli slogan facili. Ecco perchè dobbiamo portare proposte e idee. Con l’ultima manovra di bilancio abbiamo stanziato tante risorse 264 milioni di euro. Se lavoriamo e progettiamo bene, questo può essere davvero l’input che fa ripartire la Toscana”.
In questi cinque anni in Consiglio regionale, di cosa va più fiera?
“La legge sul sovraindebitamento che mi ha permesso di stare vicino alle persone che si trovano in difficoltà. La legge sull’amianto. L’art bonus. La guerra alla dispersione scolastica che a Prato è molto alta. Grazie al grande lavoro fatto con l’assessore Grieco, i dirigenti scolastici e il terzo settore, ci ha permesso di abbattere gli indici di 3/4 punti. Stare tra la gente, i Comuni, le associazioni: ti permette di capire davvero i problemi e di intervenire di conseguenza in modo efficace. Penso ad esempio alla mia mozione sulla dislessia: ora nei concorsi pubblici toscani le persone dislessiche hanno un percorso ad hoc. Il percorso Giovani sì che si struttura e diventa legge. A cappello di tutto la sanità con la nascita sul territorio delle Case della Salute a cui già pensavamo quando ero segretaria del Pd di Prato. Sul lavoro invece possiamo fare ancora tanto per aiutare le piccole e medie imprese di cui è fatto il nostro tessuto ecnomico. Penso a bandi calati sui territori come stiamo facendo sulla produzione di mascherine con l’aiuto del Cnr di Pisa e penso alle aggregazioni per attingere ai fondi europei”.
E’ da sempre contraria all’ampliamento di Peretola e recentemente in aula ha persino votato in modo difforme dal suo partito su una mozione. Come spiegherà al suo elettorato il sostegno a un candidato da sempre favorevole alla nuova pista quale è Giani?
“L’ho già fatto cinque anni fa con Rossi e anche quando ero segretaria del Pd. In un partito serio ci si confronta anche su temi complessi. L’idea di posizioni diverse è legittima in un partito che si chiama “democratico”.
E sul pasticcio “Trasporto pubblico locale?”
“La mia idea era di sospendere ogni decisione fino a fine anno per i ricorsi ancora in essere. Così non è stato. Ora dovremo tutelare i dipendenti e la qualità del servizio impegnandoci per promuovere collaborazioni tra Mobit e Autolinee”.
Eleonora Barbieri