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"Con l'approssimarsi della fine di un mandato amministrativo, di solito si cerca di chiudere in bellezza, ma il centrosinistra al Governo della Provincia di Prato ha evidentemente deciso di proseguire perseverare nell'errore, stavolta con un colpo di bianchetto, sul Creaf". Lo scrivono i consiglieri provinciali Toccafondi, Bonacchi e Cocci. "Siamo orgogliosamente all'opposizione del Pd – dicono -, perchè quello che il Pd ha deciso di mettere in cantiere coll'ultima delibera che sarà posta in votazione mercoledì prossimo in consiglio, è da scrivere a caratteri cubitali come la certificazione del fallimento politico e del malgoverno di questi anni della sinistra pratese".
"La storia del Creaf, finora, è stata una storia che ha visto sprecare decine di milioni di euro. Fattostà che a distanza di anni e anni, il Creaf, che doveva essere a detta del centrosinistra locale il volano della ripresa per l'economia del Distretto, è ancora un edificio abbandonato a se stesso. E mercoledì prossimo la Giunta Gestri – attaccano i consiglieri di Forza Italia e Pdl – chiederà al Consiglio di votare una delibera che ci fa indignare: di fatto gli cambiano nome, per mascherare il fallimento dell'idea originaria. Lo chiameranno PST (Polo scientifico tecnologico) e così potranno andare a caccia di altri soldi pubblici".
"E', di fatto, l'ultima capriola messa in scena per provare a salvarsi la faccia alla vigilia delle elezioni. Ma va ricordato che tutto questo ha avuto finora costi elevatissimi per il contribuente: una colossale montagna di denaro pubblico, così impressionante da essere difficile da quantificare con esattezza. E siccome chiedere altri soldi a nome del Creaf era divenuto pressochè impossibile – fanno notare Toccafondi, Bonacchi e Cocci – verranno stanziati dalla Regione e chiesti al Governo e all'Europa, col nome forse più seducente di Polo Scientifico e Tecnologico. Tradotto significa che le decine di milioni di euro spesi fino ad oggi sono serviti soltanto a predisporre un immobile dove troveranno ospitalità attività che partiranno solo grazie all'iniziativa altrui e che, per farlo, dovranno provare a reperire ulteriori finanziamenti pubblici".
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