Proseguono gli incontri informativi e la raccolta firme per arrivare a indire il referendum sul comune unico della Valbisenzio, la proposta che vuole giungere alla fusione amministrativa di Cantagallo, Vaiano e Vernio. Un percorso che andrebbe a costituire un comune di 19.101 abitanti, il secondo della provincia di Prato (con una ventina di residenti in più rispetto a Montemurlo), il 43esimo della Toscana. L’ultimo incontro per raccogliere le firme, che sono arrivate a circa il 15% dell’obiettivo imposto dalla legge regionale, si è tenuto lunedì sera a Vaiano, al circolo Spola d’Oro de La Briglia. Presenti promotori e sostenitori dell’iter, come il sindaco di Cantagallo Guglielmo Bongiorno, i consiglieri d’opposizione Gualberto Seri e Lorenzo Santi, gli assessori Fabiana Fioravanti (il sindaco Primo Bosi era assente perché impegnato col Pd in una riunione sulla candidatura ter) e Maila Grazzini.
Le ragioni del sì possono essere racchiuse nei seguenti punti: ottimizzare e potenziare i servizi esistenti, aumentare l’efficienza degli uffici, dare un maggiore peso politico al territorio, assicurarsi più accesso ai finanziamenti, facilitare lo sviluppo economico e l’attrattiva del territorio, garantire più visibilità alla promozione della Vallata, e ottenere più investimenti infrastrutturali. Ci sarebbe inoltre, secondo i promotori, la possibilità di una totale riorganizzazione degli uffici, con conseguente specializzazione nelle competenze, passando dagli attuali 12 tecnici di Cantagallo, 41 di Vaiano, 23 di Vernio e 29 dell’Unione dei Comuni, ai potenziali 105 post fusione del comune unico. Altro tema quello dei fondi in bilancio: la fusione porterebbe con sé 29 milioni di euro aggiuntivi in 15 anni, cioè una media di quasi 2 milioni di euro all’anno da investire sui tre territori.
L’iter per la raccolta firme è partito il 24 gennaio. I promotori hanno sei mesi di tempo per arrivare a quota 3.556 adesioni, cioè il 20% degli elettori di Vaiano, il 20% di quelli di Vernio e il 25% di quelli di Cantagallo. Come detto i promotori dell’iniziativa ieri hanno annunciato di essere arrivati nel primo mese di campagna referendaria intorno al 15% dell’obiettivo.
Fra vari giudizi positivi sull’attuale assetto del referendum, c’è stato però anche chi ha sollevato dubbi, come Silvano Agostinelli, anima del movimento civico La Città per Noi. Quest’ultimo si è detto “favorevole” al comune unico, ma “molto perplesso da una impostazione che non prevede una vera unione fra territori, non coinvolge il Comune di Prato e la Provincia, e non chiede alla Regione un impegno netto sul collegamento dell’A1 con la Vallata. Il progetto ha senso solo con un vero cambio dell’assetto urbanistico della Valbisenzio, solo così le imprese avranno quel supporto che chiedono e di cui hanno necessità”. Per supportare le proprie tesi Agostinelli ha invitato ieri sera all’incontro pubblico uno dei padri dell’attuale legge regionale sulla fusione dei comuni, l’ex vicepresidente del consiglio toscano, Giuliano Fedeli. “Il comune unico non sempre dà il risultato che ci si aspetta – dice -. A volte le aspettative sono maggiori di quello che poi si ottiene. Uno dei rischi, ad esempio, è che la realtà più grande finisce per elegge il sindaco, che poi dà la priorità alle esigenze del comune più grande, dimenticandosi di quelli più piccoli che si sono fusi. Un po’ come sta succedendo a Rio Marina e Rio nell’Elba. Questo purtroppo è molto frequente, e lo dico con dispiacere perché l’obiettivo della nostra legge regionale era ben altro. Per questo dico: per arrivare alla fusione ci vuole una vera volontà politica di arrivare a costituire un solo vero territorio”.