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Caos Pecci, maggioranza e opposizione unite contro Bini Smaghi


Oggi i sindacati in commissione Controllo e garanzia. Giudizio lapidario di Lorenzo Tinagli del Pd sul presidente della Fondazione per le arti contemporanee che ha rassicurato maggioranza e opposizione solo poche settimane prima di inviare le due lettere di licenziamento. Operazione "verità" di Soldi sulla nuova convocazione di Bini Smaghi. Le prossime date cruciali della vicenda


Redazione


“C'è stata una chiara mancanza di rispetto istituzionale”. Il giudizio lapidario sul presidente del cda del Centro Pecci, Lorenzo Bini Smaghi, non è dell'opposizione ma bensì del Pd e in particolare del consigliere comunale Lorenzo Tinagli, presidente della commissione Bilancio. Lo ha pronunciato oggi pomeriggio, 11 settembre, in commissione Controllo e garanzia, presieduta da Leonardo Soldi del Centrodestra, durante il dibattito nato attorno all'audizione dei sindacalisti della Cgil e della Uil, Alessio Bettini e Patrizia Pini, per i due licenziamenti in tronco, senza seguire le dovute procedure sindacali, che il cda ha effettuato nei giorni scorsi per motivi economici.
Decisione che è risultata essere un fulmine a ciel sereno dato che solo poche settimane prima, e precisamente il 17 luglio, proprio in commissione Controllo e garanzia, Bini Smaghi aveva rassicurato sui conti 2023 e non aveva minimamente fatto cenno a una riorganizzazione che comportasse un taglio del personale. Ed è proprio a quell'incontro che Tinagli si riferisce per ribadire l'importanza del rispetto del ruolo dei consiglieri: “Non ne va della credibilità solo del Pd, ma di tutti quanti. Chi viene qui deve sapere che sta parlando a chi rappresenta la città e opera per l'interesse della città pur con opinioni diverse. Ringrazio quindi i sindacalisti che venendo qui hanno riconosciuto il ruolo che ricopre questa commissione da sempre grazie al lavoro svolto dal presidente Soldi. E' qui, in questo luogo istituzionale deputato all'interlocuzione, che dobbiamo iniziare un percorso per comprendere meglio cosa c'è dietro questi due licenziamenti”.
Soldi che sta incontrando più di una difficoltà nel far tornare Bini Smaghi in commissione, sia per affrontare il nodo licenziamenti che per il presunto accordo con l'ex direttrice Perrella su cui ci sarebbe una clausola di riservatezza. Usiamo il condizionale perchè la somma usata per la "pace legale" è di natura pubblica e dunque legata a obblighi di trasparenza. In apertura dei lavori, oggi, Soldi ha fatto una sorta di “operazione verità” sia sui vari contatti avuti con Bini Smaghi, riportati sul piano formale, attraverso le segreterie, “a garanzia di trasparenza e tracciabilità a tutela di tutte le parti in causa”, che sul tentativo della presidenza del Consiglio comunale di non far tenere la commissione di oggi per questione di competenza. Comunque oggi Bini Smaghi ha fatto sapere di essere disponibile dal 28 settembre. Ora dovrà essere trovata una data che vada bene a tutti. Soldi ha annunciato anche che sarà ascoltata in commissione l'associazione Pecci.
Il sindacalista della Cgil, Bettini, ha spronato la commissione a ottenere dai vertici del Pecci le risposte che il sindacato ha chiesto per iscritto e pubblicamente sulle scelte operate sui conti: “Vi chiediamo di verificare se davvero la ristrutturazione del Pecci si ottiene licenziando due persone. Il personale, diretto e indiretto, ha già dato il suo contributo al risanamento”.
Marco Curcio del gruppo della Lega, che da sempre segue la vicenda Pecci e fa le pulci alle spese sostenute dal cda, chiede un consiglio comunale straordinario sull'argomento “per obbligare la Regione a dire cosa vuole fare con questo ente”. Annuncia anche un altro esposto alla Corte dei Conti: “Penso ai 24mila euro alla società inglese per trovare il nuovo direttore, agli 11mila euro a una società per lo studio del rapporto tra biglietti staccati ed elevati costi di gestione, i 100mila euro per il ristorante. Potrei continuare, è tutto documentato e mi porta a chiedere: i soldi non ci sono o sono gestiti male?”. Per Carmine Maioriello del Movimento 5 Stelle: “Quando una squadra va male si licenzia l'allenatore e la dirigenza, non i giocatori. Il licenziamento dei due lavoratori costituisce un grave precedente nella storia cittadina. E per gli altri lavoratori quale sarà lo scenario futuro? Credo che sia urgente aprire una riflessione più ampia, anche in sedi istituzionali, sulle vere responsabilità e numerose criticità che affliggono da anni il nostro Museo di arte contemporanea”.
Le date fondamentali per il futuro dei due lavoratori mandati a casa, del cda in prorogatio e dello stesso Pecci, sono due: il 13 settembre e il 21 settembre. La prima è l'incontro tra il cda e i sindacati, quello che avrebbe dovuto essere fatto prima di far partire le lettere di licenziamento. Bettini e Pini hanno ribadito che a quel tavolo i due licenziamenti devono essere revocati. “Non possiamo accettare che l'incompetenza di altri venga pagata dai lavoratori” ha chiosato Pini.
La seconda data, il 21 settembre, è la convocazione del cda da parte della Regione, socia con il Comune del Pecci anche se non ha espresso il rappresentante in cda nonostante ne abbia diritto.
La terza data sarà quella della commissione Controllo e garanzia, ancora da fissare e a questo punto destinata a fare il punto su cosa sarà deciso nei precedenti due appuntamenti. Oggi il presidente Soldi ha ricevuto l'appoggio bipartisan a operare in questo senso.

(e.b.)
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