Il buon auspicio è arrivato sabato scorso quando il tappo di spumante per il compleanno del padre novantenne l'ha colpita in testa. Un fatto a cui Ilaria Bugetti non ha voluto dare importanza per scaramanzia, ma ora che oltre 11.300 preferenze la confermano con certezza consigliere regionale del Pd, lo può raccontare. Al comitato di via Garibaldi è grande festa con abbracci, lacrime, brindisi, foto di gruppo, telefonate di congratulazioni tra cui quella di David Sassoli, presidente del Parlamento europeo. Lei, ancora incredula con in mano uno dei risultati migliori della Toscana, commenta: "Non ho vinto io ma tutta la squadra. Vorrei ringraziare uno per uno chi ha lavorato sul territorio. E' un risultato per il Pd, per tutta la provincia e per la Regione. La Toscana non è andata alla Lega come qualcuno pensava e questo è davvero un grande risultato che ci riempe di responsabilità e di lavoro da fare".
La sua è stata una campagna elettorale più porta a porta che social e rispetto a cinque anni fa è risultata meno sola. Oltre ai fedelissimi come Martina Guerrini, l’altro candidato Marco Martini e Francesco Ricciarelli, oggi al suo fianco ci sono tanti consiglieri comunali di Prato: Marco Biagioni, Monia Faltoni, Matilde Rosati e Marco Sapia che è anche capogruppo. In molti danno per certo il fatto che alla luce di questo risultato, gli zingarettiani/bugettiani bussino alla porta di Biffoni per chiedere un rimpasto di giunta a loro favore, ma Bugetti smentisce: "Non è il momento degli spostamenti, ma di lavorare insieme, l'uno al fianco dell'altro".
Il suo diretto avversario, Nicola Ciolini, è visibilmente deluso per il netto sorpasso nonostante le quasi 9mila preferenze personali che non dovrebbero permettergli di entrare in Consiglio con il meccanismo dei resti. Nel frattempo si toglie qualche sassolino dalle scarpe e lo lancia all'indirizzo dei sindaci della provincia dove, eccetto Montemurlo, è netta la vittoria di Bugetti: “Mi dispiace un po' del voto della Val Bisenzio e dei comuni medicei. Capisco il criterio della territorialità ma in questi cinque anni credo di aver fatto tanto per questi comuni. Mi lascia l'amaro in bocca e poi mi dispiace anche per qualche altro personaggio. Qualche vecchio amico o meglio, che pensavo fosse amico, e che ho aiutato a diventare sindaco. Lui non ha fatto lo stesso".
Ciolini non ha chiarito chi sia questo primo cittadino "traditore". A detta di molti è Giovanni Morganti, sindaco di Vernio dove Bugetti ha preso ben 390 preferenze in più di Ciolini. Per altri il riferimento è a Mauro Lorenzini, ex sindaco di Montemurlo, dove però Ciolini, originario del territorio, ha doppiato Bugetti.
Sicuramente non si tratta di Matteo Biffoni, sindaco di Prato, accusato di aver parteggiato gin troppo per Ciolini tanto che ora, alla luce di risultati non brillanti di Ciolini su Prato, rischia l'effetto boomerang. Lui però non ci sta: "Dentro il partito non ci sono mai sconfitte. Si fanno i congressi e ci si combatte in modo leale: tutto per portare acqua al mulino del Pd. Non rinnego nulla. Ritengo che Nicola abbia fatto un risultato fantastico e giudico straordinario il lavoro di Ilaria. La sfida è fuori, non certo dentro il Partito democratico. Non ci sono né rivalità né astio, le sfide interne ci sono e ci saranno sempre, fanno parte del gioco, ma i nostri avversari sono altri". E chiude anche a un possibile rimpasto di giunta. "Al risultato del Pd credo abbia contribuito anche il sindaco. Lo scorso anno, dopo la vittoria alle comunali, abbiamo fatto un ragionamento per coinvolgere tutte le sensibilità del Pd e credo che quell'impostazione stia ancora in piedi. Sono sicuro che nessuno di loro sia così inesperto da sapere che non è certo un risultato come questo che può cambiare l'asse della giunta e del partito".
Nel centrodestra non dovrebbe scattare alcun seggio dato che i partiti che compongono la compagine hanno fatto peggio che in altre province, probabilmente a causa di spaccature interne e di errori nella composizione delle liste. Si registrano però alcune notevoli performance personali. Ad esempio in casa Lega la giovane Diletta Bresci, già candidata sindaco di Poggio, soffia sul collo del più noto Daniele Spada mentre il commissario provinciale Gabriele Genuino è solo terzo, molto distaccato, nonostante la sua posizione da capolista. Probabilmente ha pesato le sue origini empolesi. Male anche la capogruppo Ovattoni. In casa Fratelli d'Italia la sfida tra Il nuovo ingresso Marilena Garnier e Gianni Cenni è stata vinta da quest'ultimo per quasi 700 preferenze.
Bugetti festeggia la vittoria: “E’ un risultato di tutto il Pd”. Ciolini accusa: “Qualche amico mi ha remato contro”
Nelle due anime del partito pratese si respirano atmosfere opposte. Il sindaco Biffoni prova a gettare acqua sul fuoco: "I nostri avversari sono altri" e chiude a ogni ipotesi di rimpasto di giunta
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