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Da Prato deve partire una nuova, decisa e straordinaria, mobilitazione per il lavoro. Ora, subito. E’ necessario un patto forte fra tutti quelli che hanno a cuore il destino della nostra comunità. Il tempo dell’attesa – attesa di aiuti straordinari ma anche di una ripresa che non si vede – sta per scadere e non può trovarci impreparati. Dobbiamo impegnarci a definire un piano speciale per il lavoro, utilizzando – se utile per questo fine – il tavolo di distretto. La falcidia di posti di lavoro, le difficoltà pesantissime di tante famiglie, sono la sfida a cui tutti insieme, Provincia, Comuni, sindacati, associazioni degli industriali e degli artigiani dobbiamo rispondere. Dobbiamo sentire tutti forte la responsabilità di fronte al destino di tante uomini e donne, ma anche rispetto a una comunità che rischia di vedere minato il bene più grande che possiede, quello della solidarietà e della coesione sociale.So che le polemiche in questo momento non servono. Da settembre il Governo ci promette di inserire Prato nelle aree di crisi, mentre dal ministero del Welfare da mesi arrivano altrettanti impegni disattesi per il finanziamento della cassa integrazione in deroga con un preoccupante gioco al rimpallo con la Regione Toscana. Intanto dal Parlamento in questi giorni è arrivato il no alla proposta di estensione degli ammortizzatori sociali e al prolungamento della cassa integrazione ordinaria. Da questa situazione di stallo inaccettabile dobbiamo partire, tutti insieme, per alzare la voce. Evitando di dividerci, o di fare una battaglia per partiti o per fazioni. I lavoratori – a ragione – non ce lo perdonerebbero.La parola d’ordine del distretto è stata, ed è, salvare il lavoro sostenendo le imprese. Oggi dico di più: vanno create nuove imprese. Aziende ad alta capacità di innovazione, che creano posti di lavoro, che si aprono ai giovani, che sfidano la crisi, magari diversificando o proponendo un tessile diverso. Gli imprenditori che hanno fatto la ricchezza di questo distretto e che ancora oggi dispongono di ingenti risorse possono e devono avere questo coraggio. Nessuno può farlo al loro posto. Sappiano che le amministrazioni locali saranno al loro fianco. E’ un primo maggio che mette in primo piano la legalità. Come dimenticare le centinaia di lavoratori sfruttati dalle imprese cinesi? Per loro, soggetti deboli e vittime di datori di lavoro senza scrupoli, è necessario individuare un concreto percorso di emersione. La politica dei controlli, seppure necessaria, in questo ambito produce risultati insufficienti.La Provincia vuole essere compagna di cammino di sindacati e lavoratori. Questa crisi così lunga e così difficile corre il rischio di far conoscere anche alla nostra comunità il fenomeno delle cosiddette “guerre tra poveri”, terra di conquista per speculazioni politiche irresponsabili. A questo scenario dobbiamo ribellarci. Non posso che chiudere che con un invito – che rivolgo prima di tutto anche a noi della Provincia – alla collaborazione e al dialogo. A tutti i costi dobbiamo continuare a stare insieme, a lavorare insieme, per il bene di tutti. Mettendo al primo posto il lavoro.
Lamberto GestriPresidente Provincia di Prato