Sono 31, circa un terzo degli espositori, i produttori di filati del distretto pratese che parteciperanno a Pitti Immagine Filati in programma alla Fortezza da Basso dal 25 al 27 giugno in cui si presenteranno le collezioni autunno-inverno 2025-2026
Le imprese produttrici di filato del distretto pratese sono 80 con oltre 2000 addetti diretti e un fatturato di circa 750 milioni di euro, di cui il 40% realizzato con l’estero. I produttori di filati per maglieria esportano mediamente oltre la metà della produzione in valori, mentre i filati da tessitura sono assorbiti per lo più dal mercato interno e dunque l’incidenza del fatturato estero risulta inferiore. I principali paesi di destinazione dei filati pratesi rimangono quelli europei, sia come importatori propriamente detti sia come luoghi di lavorazione e riesportazione: Germania, Romania, Francia, Portogallo e Croazia rappresentano da soli intorno al 40% del totale dell’export.
Il 2023 si è chiuso con la compromissione della produzione dovuta anche all’alluvione di novembre, che ha colpito duramente alcune aree tessili del nostro territorio; gli effetti si sono inevitabilmente protratti anche nel 1° trimestre 2024, che tuttavia ha dato segnali di decisa reazione. Così nella produzione di filati si è registrato a Prato nei primi tre mesi del 2024 un netto incremento (+6,2%) rispetto al trimestre precedente, quello più direttamente segnato dall’alluvione, a fronte di una significativa contrazione (-6,5%) rispetto invece al 1° trimestre 2023. L’andamento congiunturale e tendenziale dei volumi di produzione dei filati è analogo ma ancora più spiccato per il valore dell’export: +16,9% rispetto al 4° trimestre 2023, viceversa -13% rispetto al 1° trimestre 2023.aste coinvolte alcune importanti aziende del comparto. “Il secondo trimestre – osserva Gabriele Innocenti, coordinatore del gruppo Produttori di filati della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord- è segnato invece da un altro fenomeno, comune a tutto il tessile di alta gamma: una rilevante contrazione degli ordinativi dovuta anche alla necessità del mondo della moda di smaltire i consistenti stoccaggi accumulati. Una situazione che ad oggi è e rimane complessa, quindi, con molte ombre ma anche con una forte e radicata fiducia delle imprese nelle proprie risorse e nella capacità di intercettare i segnali di inversione di tendenza non appena questi si manifesteranno.”
L’impegno dei produttori di filati pratesi è forte da sempre sul versante della qualificazione delle aziende stesse e delle loro filiere. Dopo 5 mesi dal varo del progetto collettivo per la diffusione della certificazione GRS, sono stati fatti importanti passi avanti su un percorso che si presenta, come previsto, piuttosto complesso.
“Il progetto – spiega Raffaella Pinori – sta procedendo con le modalità programmate. Abbiamo in primo luogo realizzato una mappatura delle aziende terziste che hanno rapporti più frequenti con le imprese produttrici di filati di Confindustria Toscana Nord, chiedendo poi la loro disponibilità. La risposta c’è stata: fatta una selezione preliminare, abbiamo cominciato a lavorare con un primo nucleo sperimentale di 25 aziende terziste che, assistite da un consulente, stanno verificando in fase di pre-audit la loro conformità ai requisiti richiesti per l’acquisizione della certificazione” L’idea di promuovere una più ampia diffusione della certificazione autonoma GRS fra le imprese terziste locali nasce dalla constatazione che in questo modo verrebbero gettate le basi per arrivare più agevolmente alla tracciabilità.
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