173
Rapporti sempre più difficili tra il mondo dell’impresa pratese e il sistema creditizio, al punto che l’Unione Industriale paventa, senza giri di parole, il rischio per molti imprenditori di cadere nelle mani degli usurai. Lo rileva, a sei mesi di distanza dalla prima rilevazione, l’aggiornamento sullo stato dell’accesso al credito da parte delle industrie pratesi promosso dall’Unione Industriale. I risultati non sono ancora definitivi, ma i questionari già tornati (ormai varie decine) consentono di formulare alcune prime considerazioni.Il quadro della situazione è in peggioramento; in sintesi l’82% delle imprese registra un aumento del costo del credito, contro l’80% di ottobre 2008; il 41% delle imprese evidenzia inoltre una contrazione degli affidamenti concessi. A ottobre 2008 invece era stato “solo” il 30% delle aziende ad aver denunciato una contrazione degli affidamenti.Quanto alla fruibilità dei fondi regionali, per un buon numero di aziende sono fuori portata: si tratta in particolar modo delle imprese che hanno effettuato investimenti in immobilizzazioni (essenzialmente macchinari e impianti) ricorrendo a finanziamenti o contratti di leasing i cui oneri finanziari le portano fuori dai parametri fissati. Un’azienda su 5 ha dichiarato infatti, in questa nuova indagine, di non rientrare in almeno uno dei parametri richiesti. Ma l’efficacia del fondi è minata anche da altri fattori: garanzie abnormi e tempistiche inadeguate. Di frequente gli istituti di credito che aderiscono all’Accordo Regione-Fiditoscana subordinano l’erogazione di finanziamenti (liquidità o investimenti) al rilascio di fideiussioni che arrivano anche al 100% dell’importo. Garanzie sproporzionatamente ingenti, quindi, ben al di là di quanto possa essere richiesto dalla doverosa prudenza degli istituti bancari. Altro fronte critico quello delle tempistiche. Vengono segnalati tempi di evasione delle istruttorie da parte della Fiditoscana particolarmente lunghi (superiori ai 45 giorni), che rischiano di rendere gli strumenti regionali non utilizzabili proprio nei momenti più critici della gestione aziendale.“Avevamo detto che avremmo vigilato, e lo stiamo facendo puntualmente – afferma la Vicepresidente dell’Unione Industriale Pratese Raffaella Pinori – . I risultati sono piuttosto sconfortanti. Fra vincoli di Basilea 2, parametri richiesti da Fiditoscana per l’accesso ai fondi regionali, tempistiche improponibili e richieste di garanzie abnormi, le aziende sono ben lontane dal ricevere dalle banche quell’attenzione che è doverosa sempre, e tanto più in questo momento. E’ necessario che gli istituti di credito svolgano al meglio la loro funzione a servizio del sistema produttivo. Non si chiede loro si rischiare in maniera sconsiderata, ma di muoversi in una logica di reale sostegno finanziario alle imprese che ne abbiano necessità e che siano in grado di esprimere strategie e progettualità interessanti”.