I ritardi nei risultati dei tamponi riguardano anche le aziende: in caso di un sospetto contagio, magari avvenuto in famiglia, viene richiesto un tampone e il tempo di attesa per l’esito viene conteggiato come ferie, visto che c’è un buco normativo. Questo è uno dei problemi sanitari che riguarda il mondo della produzione, l’altro è l’attualità dei protocolli messi in campo dopo la quarantena. “Stiamo realizzando una ricognizione delle criticità che le imprese riscontrano – spiega Francesco Marini vicepresidente di Confindustria Toscana Nord – per poi sottoporli ad Asl e al Governo. L’obiettivo è di essere tempestivi nel gestire i casi di positività in azienda. Ovviamente al primo posto c’è il problema della lentezza con cui arrivano i risultati, che rischia di bloccare parte della produzione. I test salivari potrebbero essere sicuramente un valido supporto.” Problemi che sono emersi durante una videoconferenza organizzata fra i soci che è durata oltre tre ore.
Ma il tessile non deve fare i conti soltanto con l’aspetto sanitario, ma anche con quello degli ordini che arrivano a macchina di leopardo, dell’incertezza che resta molta e dei finanziamenti distribuiti con il contagocce o addirittura bloccati. E’ il caso del fondo Sace Simest per contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati delle piccole e medie imprese che hanno avuto diminuzione dei fatturati, chiuso in anticipo per eccesso di domanda. Un segnale che dimostra la vivacità e la voglia degli imprenditori di andare avanti, ma che dall’altra pone un freno all’entusiasmo.
“Un segnale – spiega Manuele Nipoti del Lanificio Bellucci – preoccupante perché le aziende in questo momento hanno bisogno di essere supportate inoltre immagino che i progetti già presi in carico verranno finanziati a giugno e quindi i progetti scivoleranno di molti mesi. Temo anche che, visto la situazione europea , tutte le risorse vengano dirottate sul sanitario, bloccando così lo sviluppo del manifatturiero. La ripresa dei contagi, inoltre, è arrivata in un momento in cui dalle campionature fatte, sembra che ci sia un leggero movimento delle attività”.
Di segnali positivi parla anche Francesco Marini di Industrie Marini. “La mia produzione è più spostata sull’estivo e primaverile, quindi, anche se rispetto all’anno scorso siamo sempre in perdita, registriamo un movimento verso l’alto, il mercato Usa comunque resta bloccato”.
A sorpresa si muove invece il mercato cinese: “Dall’oriente – spiega Maurizio Sarti della Faliero Sarti – stanno arrivando ordini che però non compensano le perdite, gli altri arrivano ma in quantitativi piccoli, per cercare di arginare le perdite serviranno almeno tre anni”
Schiarite anche dal mondo dell’artigianato: “Il sentore è che ci sia la voglia di tornare alla normalità – spiega Moreno Vignolini neo presidente nazionale tessili Confartigianato – ma con la nuova situazione sanitaria assistiamo a un raffreddamento. Nel frattempo è difficile organizzarsi, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti: le moratorie sui mutui devono essere prolungate fino alla fine della pandemia, per ora sono servite a garantirci liquidità creando una sorta di compensazione con il calo degli utili, ma non possiamo pensare a nuovi investimenti in queste condizioni. Ci piacerebbe tanto poter pagare i mutui perché questo sarebbe un segnale di ripresa”.
Più preoccupato invece Roberto Rosati della Fortex: “C’è troppa confusione e soprattutto incertezza e per chi deve progettare collezioni a distanza di due anni è molto complicato. Io sto terminando quella della primavera estate 2022 ma mi domando che mercati avremo fra due anni. Si pensa a distanze e chiusure, invece servono altre soluzioni altrimenti si rischia di morire di fame e non di Covid”.
Tessile, i tamponi lenti e la mancanza di finanziamenti rischiano di frenare la timida ripresa
Confindustria Toscana Nord prepara uno studio sulle criticità da consegnare ad Asl e Governo, chiuso per troppe richieste il fondo Sace Simest che prevede finanziamenti agevolati e a fondo perduto
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