Gli effetti della pandemia saranno ancora pesanti per il distretto pratese; gli ordini dell’estivo, le collezioni avrebbero dovuto essere presentate durante la quarantena, faticano ad arrivare, soprattutto per lanifici e rifinizioni, tanto che i prossimi sei mesi saranno determinanti per la sopravvivenza del distretto.
“Il bello deve ancora venire – sintetizza Maurizio Sarti presidente di Sistema Moda Confindustria Toscana Nord – sono pochissimi gli ordini arrivati fino ad oggi, tanto che temiamo un nuovo ricorso alla cassa integrazione, del resto le aziende non hanno mai riaperto a pieno ritmo molte lavorano a sei ore o restano chiuse per un giorno alla settimana”
Fermi soprattutto i mercati esteri anche se arrivano timidi segnali dal Giappone, completamente fermo, invece il mercato statunitense. “Siamo in attesa di capire come evolverà la situazione – spiega Roberto Rosati del lanificio Fortex – sicuramente nei prossimi sei mesi ci saranno grossi problemi, molte aziende dovranno pensare a una ristrutturazione, per ora i licenziamenti sono bloccati, i grandi marchi lo stanno già facendo e quindi inevitabilmente ci saranno contraccolpi anche per il distretto”.
Intanto le aziende cercano di sopravvivere nonostante i pesanti cali di fatturato: “Le fiere – spiega Manuele Nipoti del Lanificio Bellucci – sono state in parte annullate, non possiamo visitare i nostri clienti e questo sicuramente ci penalizza. Inoltre in molti Paesi del mondo si lavora ancora da remoto e le occasioni di socializzazione sono poche, fattori che incidono sulla moda”
Un allarme condiviso anche dalla Cisl : “Il settore regge – spiega Mirko Zacchei segretario generale della Femca – perché ci sono ancora le casse integrazioni e il divieto di licenziamento, quando questi due paletti crolleranno avremo risultati disastrosi: le grandi firme hanno perso il 30% del fatturato che equivale a mettere a rischio 1/3 del personale”.
Anche il cardato riciclato soffre visto che arrivano solo piccoli ordini.
“Abbiamo realizzato, nel primo semestre, solo il 30% degli ordini rispetto agli scorsi anni – spiega Sauro Guerri di Progetto Lana – viviamo momenti di incertezza anche a livello internazionale. Sarà un autunno difficile.”
I dati sulla cassa integrazione degli artigiani di settembre non sono ancora disponibili, ma i pagamenti sono fermi a maggio nonostante le richieste siano state approvate. “Viviamo una situazione drogata – spiega Juri Meneghetti della Filctem Cgil – le casse integrazioni sono a macchia di leopardo”.
Intanto però anche il settore dei terzisti artigiani è in difficoltà: “Noi viviamo la situazione difficile dei lanifici e delle rifinizioni – spiega Moreno Vignolini imprenditore e vice presidente di Confartigianato – la maglieria è ferma si muove qualcosa sul pronto moda ma qui non c’è redditività: gli ordini ci sono ,ma è guerra del prezzo. Una soluzione per uscirne da questa situazione potrebbe essere quella di alzare l’asticella e puntare sulla fascia medio alta del mercato”.
Una voce fuori dal coro arriva dal meccanotessile “Sono più ottimista di qualche settimana fa – spiega Anna Bianchi dell’officina Montenero– gli imprenditori italiani hanno saputo reagire, forse perché abituati a gestire le crisi, ora aspettiamo la ripartenza dei mercati esteri, che invece sono in grande confusione. Credo che per l’Italia ci possano essere buone possibilità”.
Tessile, gli ordini non arrivano: i prossimi sei mesi saranno decisivi per il settore
Dai lanifici all'artigianato la situazione continua a preoccupare soprattutto per lo stop dei mercati stranieri. A fine anno, quando gli ammortizzatori speciali per il Covid finiranno, si teme una pesante ristrutturazione delle aziende
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