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Rischio nuovo salasso per le aziende della moda: colpa di una norma retroattiva che impone di restituire soldi allo Stato


Il presidente della sezione moda di Ctn Marini: "Le aziende coinvolte potrebbero essere centinaia, per alcune le somme in gioco sono a sei cifre, abbastanza per destabilizzare molti bilanci"


Alessandra Agrati


In attesa di capire se nella Legge di bilancio verranno ammesse le moratorie sui finanziamenti e la sospensione degli F24, arriva una nuova doccia fredda per le aziende del tessile moda: il credito d’imposta per ricerca e sviluppo degli anni 2015-2019, dovrà essere restituito. A stabilirlo, una norma retroattiva in cui si escludono le spese per la ricerca finalizzata all’ideazione estetica e alla realizzazione di nuove collezioni. Le imprese che lo avevano utilizzato si sono mosse per cercare una soluzione, anche portando il problema all’attenzione del tavolo del distretto e a quella dei parlamentari eletti, ma senza risultato. Quindi, entro domani 31 ottobre, dovranno decidere se autodenunciarsi e dilazionare il debito in tre anni, per alcune si tratta di importi a sei cifre, oppure procedere per vie legali.
“Lo abbiamo denunciato più volte come Confindustria Toscana Nord, così come le federazioni confindustriali Sistema Moda Italia e Confindustria Accessori Moda – sottolinea Francesco Marini, presidente della sezione Sistema moda di Ctn – che hanno rappresentato con forza il problema ai tavoli nazionali. E’ profondamente ingiusto che gli imprenditori del settore moda debbano restituire le somme di un credito d’imposta acquisito secondo le interpretazioni normative allora ufficializzate, cambiate poi retroattivamente”.
Ctn non è in grado di stimare né l’importo complessivo né quante aziende saranno coinvolte, anche se potrebbero essere centinaia, (le agevolazioni per ricerca e sviluppo in questione hanno avuto molto seguito).
“Sappiamo per certo – continua Marini – che per alcune aziende le somme in gioco sono a sei cifre, abbastanza per destabilizzare molti bilanci. Una vera assurdità anche nel merito: se alla moda si precludono agevolazioni per l’ideazione estetica, vale a dire per la creazione delle collezioni, rimane veramente poco. Allora diciamolo che la moda, che per il nostro Paese rappresenta il secondo settore per l’export, non interessa”.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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