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Triplice vertice, ieri 22 novembre in Regione Toscana, sull'emergenza rifiuti. Alla presenza fra gli altri del presidente Enrico Rossi, dell'assessore Federica Fratoni e dell'Arpat, gli operatori dei settori carta, lapideo e tessile hanno visto la ripresa di un percorso che, per quanto con molta lentezza, sembra positivamente avviato alla sottoscrizione di Patti per l'economia circolare per ciascuno dei tre settori.
Rimangono scogli sostanziali da affrontare sul tema più complesso, quello dei rifiuti. "Rifiuti che – precisano Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato – necessitano comunque di smaltimento in impianti di prossimità secondo le linee guida europee recepite dalla stessa Regione Toscana. Rimane fermo l'impegno delle imprese a ridurre la quantità dei rifiuti attraverso il riciclo e prassi produttive sempre più avanzate e in grado di limitare i residui di lavorazione: a questo, del resto, mirano i Patti in via di sottoscrizione. Molti scarti potrebbero trovare impiego agevolandone l'utilizzo come sottoprodotti. Per altri ancora potrebbero essere semplificate le strade per il recupero. La stessa Regione Toscana si è dichiarata disponibile a sposare le istanze delle associazioni in questa direzione".
"Tuttavia sul piano sia tecnico che pratico è impensabile che i rifiuti possano azzerarsi e occorre quindi trovare soluzioni – ribadiscono industriali e artigiani -. Confindustria Toscana Nord, Cna Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato non ritengono che lo smaltimento dei rifiuti speciali debba essere demandato esclusivamente alle amministrazioni pubbliche. Ritengono tuttavia che il ruolo degli enti pubblici, in particolare dell'amministrazione regionale, sia indispensabile e propedeutica ai fini della realizzabilità effettiva degli impianti (pianificazione territoriale, aspetti autorizzativi), della razionalizzazione del loro numero senza incorrere in una frammentazione eccessiva che ne renderebbe difficile anche la vigilanza e, non ultima, dell'ottimizzazione della loro funzionalità".
Nel caso dei rifiuti tessili, già ora la limitata quantità (50.000 tonnellate annue), unita all'eccessivo potere calorifico di questi materiali, renderebbe impossibile pensare a un impianto di termovalorizzazione esclusivamente dedicato. "La soluzione, per il tessile ma non solo – proseguono le categorie economiche – è quella di impianti in grado di smaltire più tipologie di rifiuti, così da garantirne la miglior funzionalità e la flessibilità necessaria in una fase in cui – con il pieno accordo delle imprese – la Regione Toscana opera perché i rifiuti riducano sempre più il loro volume".
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