IIl nuovo decreto Ristori prevede la proroga della cassa integrazione Covid di altre sei settimane, quindi fino alla fine dell’anno, e il divieto di licenziamento fino al 31 gennaio 2021. Soltanto per la Fisba, la cassa integrazione degli artigiani, saranno a disposizione 530milioni di euro, nel frattempo è stata sbloccata anche l’ultima tranche che copriva il monte ore fino a novembre. Mentre da gennaio a settembre le ore autorizzate per l’industria sono state 4milioni e 600mila contro le 129mila dell’anno precedente. Provvedimenti che, dal punto di vista sociale garantiscono ancora la tenuta del distretto, ma che non sono giudicati sufficienti per la sua sopravvivenza.
“Le aziende – spiega Francesco Marini vicepresidente di Confindustria Toscana Nord –hanno cali di ordini che comunque non verranno recuperati a breve e quindi avranno bisogno di riorganizzarsi. Cercheremo di mantenere i posti di lavoro, ma le prospettive non sono rosee. Il divieto di licenziamento porta con sé l’allungamento della cassa integrazione, capisco la scelta dal punto di vista sociale, ma il problema viene soltanto posticipato, del resto l’Italia è l’unica in Europa ad avere prorogato questo provvedimento. Ho apprezzato di più la norma che prevede l’esonero dei contributi per quattro settimane per chi non utilizza la cassa integrazione. Abbiamo bisogno di finanziamenti per gli investimenti per poter essere competitivi”.
Intanto gli ordini, anche per la paura di una nuova quarantena generalizzata, arrivano con il contagocce: “In questo momento – spiega Marco Pieragnoli segretario generale Confartigianato Prato – è come se fossimo sotto anestesia, le misure servono per far respirare il paziente, ma temo che al risveglio i dolori saranno molto forti. Fuori metafora servono anche scelte di politica industriale che siano a sostegno delle imprese”.
Un distretto comunque malato, gli ordini erano in calo anche prima dell’arrivo della pandemia, che ha bisogno di essere ripensato: “Stiamo lavorando per l’allungamento degli ammortizzatori sociali, le competenze del distretto non sono facilmente riproducibili e non possono essere bruciate – spiega Massimiliano Brezzo segretario Filctem – E’ venuto il momento di mettersi a sedere intorno ad un tavolo associazioni di categoria, sindacati, enti locali per riprogettare il distretto nell’ottica dei parametri che ci vengono chiesti dall’ Europa e quindi puntando sul green e la tecnologia, l’aggregazione delel imprese. Bisogna presentare progetti che siano finanziabili e guardino al futuro”.
Insufficienti, invece le misure adottate dal governo secondo la Cisl: “Troppo poco tempo, mi auguro che ci sarà una nuova proroga – spiega Mirko Zacchei Segretario generale della Femca la politica dei piccoli passi ci convince poco perché nel momento in cui finirà la pandemia l’economia non riprende in modo istantaneo”.
Intanto a gravare sul distretto anche i provvedimenti adottati dal governo con l’ultimo Dpcm:
“La moda è stata penalizzata quando ha subito direttamente il lockdown – spiega Maurizio Sarti presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – e ora viene penalizzata di nuovo dalle restrizioni che colpiscono altri settori. Quello che sta perdendo la moda italiana, e il distretto pratese che ne fa parte, potrebbe non essere più recuperabile. Il manifatturiero è importante per i redditi dei cittadini; un manifatturiero diffuso e d’eccellenza come quello che può vantare l'Italia resiste bene agli urti delle crisi. Tuttavia niente è indistruttibile: in altre nazioni dove il manifatturiero è stato smantellato stanno cercando di ricrearlo con enormi difficoltà; noi lo abbiamo, non facciamolo morire”.
E di salvataggio del distretto parla anche Giorgio Silli, deputato e coordinatore regionale toscano di 'Cambiamo!': “I numeri parlano chiaro ed i crolli dei fatturati delle aziende tessili (e non solo) pratesi lasciano intravedere il rischio, da gennaio, di un aumento sensibile del tasso di disoccupazione – dice il parlamentare -. Al momento sto cercando di far posticipare al governo l'entrata in vigore del nuovo codice della crisi di impresa (previsto per l'estate 2021) che avrebbe effetti devastanti di fatto anticipando il fine vita di aziende in difficoltà.Stiamo lavorando insieme al sindaco Matteo Biffoni affinché nei prossimi provvedimenti si prevedano degli strumenti che facilitino le fusioni fra imprese, che aiutino un'impresa sana a salvarne una in difficoltà, magari acquistandola a fronte di finanziamenti pubblici o forti crediti d’imposta".
Prorogati cassa integrazione e stop licenziamenti, il distretto: “Bene ma da sole queste misure non bastano”
Industriali, artigiani e sindacati preoccupati per il futuro con gli ordini che continuano a calare. Maurizio Sarti: " La moda ancora una volta viene penalizzata".
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