In serata, poi, il Comune è tornato sui suoi passi e ha deciso che nei mercati all'aperto èconsentita la vendita di beni non alimentari anche nei giorni festivi e prefestivi. "Le misure contenute nell'ultimo Dpcm a proposito dei mercati – si spiega – hanno lasciato molti dubbi interpretativi che si sono sciolti solo nella tarda serata di oggi. Nell'attesa di una circolare ufficiale dal Governo è stata comunque anticipata questa linea interpretativa per le vie brevi. Pertanto anche nel Comune di Prato è consentito il regolare svolgimento dei mercati ordinari nella giornata di domani per tutte le categorie merceologiche, nel rispetto delle norme sul distanziamento. Il divieto contenuto nel Dpcm infatti si intende riferito nei soli mercati coperti".
Prima lo stop ai banchi non alimentari nei mercati del finesettimana, poi la retromarcia dopo le proteste
Il Comune aveva adottato il provvedimento nel rispetto dell'ultimo dpcm per i mercati rionali de La Querce, Chiesanuova/Ciliani e piazza Lippi. Anva Confesercenti scrive al sindaco perché non metta limitazioni
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In ottemperanza al nuovo Dpcm del 3 novembre, il Comune di Prato ha prima sospeso tutte le attività non alimentari degli ambulanti dei mercati nei giorni festivi e prefestivi. Poi, in serata, è tornato sui suoi passi.
Rientravano in questa categoria i mercati rionali con banchi non alimentari che si svolgono il sabato a La Querce (Via Bresci) e a Chiesanuova/Ciliani (via Sangro). Si aggiungono i banchi non alimentari del mercato giornaliero di piazza Lippi che devono essere chiusi il sabato.
Ma sulla questione Anva Confesercenti ha subito fatto le barricate. L'organizzazione che riunisce gli ambulanti ha scritto una lettera al sindaco Matteo Biffoni, firmata dal presidente Paolo Marchese e dal coordinatore sindacale Massimiliano Denti, denunciando la mancanza di chiarezza del dpcm del 3 novembre sull'argomento mercati e il timore che "norme poco chiare possano portare alla chiusura di migliaia di imprese su area pubblica nella loro consueta attività del sabato e dei giorni festivi".
"Questo settore – si legge nella lettera – opera seguendo le norme di sicurezza stabilite dalle linee guida nazionali e regionali, lavorando inoltre all'aria aperta e quindi con minore posisbilità di contagio. Vorremmo capire come sia più pericoloso un mercato rispetto ad una realtà commerciale di migliaia di metri quadri al chiuso". Da qui la richiesta al sindaco affinché "sia garantito il regolare svolgimento di un'attività che sicuramente è fra quelle meno pericolose per la diffusione dell'epidemia".
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