Si apre all’insegna della complessità e dell’incertezza dei mercati la 95ª edizione di Pitti Filati (leggi) , con il comparto tessile alle prese con le sfide dell’instabilità dei mercati globali, l’aumento dei costi energetici e delle materie prime. Nonostante le difficoltà, le aziende pratesi non arretrano e scelgono di rispondere con innovazione, ricerca e una sempre maggiore attenzione alle esigenze dei clienti.
«Il contesto è particolarmente difficile – afferma Roberta Pecci, titolare di Pecci Filati – e anche la maglieria, che fino allo scorso anno aveva tenuto, comincia a rallentare. I filati fantasia, da sempre cifra distintiva del nostro distretto, soffrono di più. Per questo, nella nuova collezione autunno-inverno abbiamo deciso di rafforzare i nostri tratti identitari. Restiamo comunque fiduciosi».
Secondo i dati diffusi dal Centro Studi di Pitti Filati, il 2024 si è chiuso con una contrazione del 9,8% del fatturato e del 9,6% della produzione . A preoccupare ulteriormente è il calo dell’export, da sempre uno dei motori del settore.
«Stiamo cercando nuove opportunità, soprattutto nel Nord Europa e nei mercati extra UE – sottolinea Francesco Bruni di Ilaria Filati –. Russia e Ucraina sono ovviamente fuori gioco, mentre l’America resta interessante, ma va valutata attentamente per via dei dazi».
Nonostante le difficoltà, Industria Italiana Filati chiude il 2024 con il segno più, anche se i primi mesi del 2025 mostrano un rallentamento. «Abbiamo ottenuto buoni risultati in Turchia, Corea, Cina ed Europa – spiega il presidente Francesco Lucchesi –. La Cina, in particolare, continua a cercare filati di alta qualità, e il nostro posizionamento resta competitivo».
Tra innovazione e sperimentazione si muove Pinori Filati, che ha presentato tessuti in grado di cambiare colore a seconda della luce. «Come ogni stagione – racconta Raffaella Pinori, presidente dell’azienda – proponiamo filati con effetti bouclé e fiammati, soprattutto in alpaca. Il mercato è ancora vivace, ma i volumi si assottigliano e la produzione diventa più complessa da gestire».
La crisi mondiale, con la conseguente compressione del potere d’acquisto, sta spingendo i consumatori verso altri settori, penalizzando il comparto moda. Ma il distretto tessile pratese, ancora una volta, sceglie di puntare sul proprio saper fare per superare la tempesta.
Riproduzione vietata