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Un sindacalista (anche se ex) dagli Industriali per spiegare come non è oggettivamente possibile sperare di salvare tutto il tessile e quindi sarà necessario lavorare molto sulle eccellenza, per evitare di disperdere in mille rivoli gli sforzi rivolti al Distretto. L’onorevole Savino Pezzotta (oggi membro della Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, ex sindacalista ed ex lavoratore del tessile) ha avuto un franco confronto con il Consiglio Direttivo dell’Unione Industriale Pratese. Il Presidente dell’Unione Riccardo Marini aveva avuto occasione di incontrare Savino Pezzotta a Roma in occasione della recente audizione del Tavolo di distretto da parte della Commissione; la presenza del parlamentare a Prato per un altro impegno ha fatto nascere l’idea, concretizzatasi grazie all’intervento del segretario provinciale dell’Udc Enrico Mencattini, di una sua partecipazione al Consiglio Direttivo. L’onorevole Pezzotta ha parlato del decreto anticrisi, evidenziandone il carattere di provvedimento-tampone finalizzato alla gestione dell’emergenza ed auspicando l’avvio di una riflessione più ampia e profonda sull’economia reale ed il sistema industriale del paese, con riferimento anche agli specifici bisogni delle piccole imprese. “Non sarà possibile difendere tutto il tessile”, ha dichiarato, osservando che si rende necessario individuare i punti di eccellenza del settore per sostenerli e farne elementi trainanti per l’intera filiera. Ha comunque rilevato come occorra fare i conti con il dato culturale della diffusa convinzione che il paese non necessiti di settori tradizionali come il tessile: una convinzione che ha affermato di ritenere infondata in quanto la vocazione naturale del paese è proprio quella della manifattura, di cui il tessile costituisce parte essenziale. Si è poi detto molto favorevole alla detassazione degli utili reinvestiti come strumento di incentivo alla crescita ed ha auspicato anche una revisione del sistema degli ammortizzatori sociali che vada nel senso di aiutare le imprese a mantenere posti di lavoro prima che a gestire le difficoltà di chi l’ha perso. Molto perentorio il giudizio di Pezzotta sulla situazione del credito: non ci sono più alibi per le banche, ha detto, perché hanno ricevuto tutto quello che dovevano ricevere ed ora devono impegnarsi ed anche correre i rischi ragionevoli e calcolati propri di qualsiasi impresa.