Comunicazioni di prelicenziamento senza spiegazioni chiare, trasferimenti imposti e cambi di mansione non concordati: sarebbe questo lo scenario che sta sollevando forte preoccupazione tra gli ottanta dipendenti amministrativi di Obi Italia, come denunciato da UilTucs Toscana, che in una nota parla apertamente di “atti di intimidazione inconcepibili ed intollerabili”. Ricostruzione che viene però smentita in maniera netta dall’azienda che in serata ha diffuso una nota per spiegare come “in riferimento alle notizie apparse oggi su alcune testate locali, Obi Italia smentisce categoricamente le ricostruzioni secondo cui sarebbero in corso procedure di riduzione del personale, trasferimenti imposti o demansionamenti non concordati presso la sede amministrativa situata all’interno del centro commerciale Parco Prato. Tali informazioni sono prive di fondamento e non riflettono in alcun modo la realtà dei fatti”.
Per UilTucs invece “la situazione è delicata ma molto chiara – come afferma Cristian Tarantino, funzionario UILTucs per l’area di Prato –. L’azienda sta agendo in modo unilaterale, scorretto e opaco, senza alcun confronto e senza rispetto per la dignità delle persone coinvolte. Non accetteremo licenziamenti mascherati da riorganizzazione”.
Secondo il sindacato, alcuni lavoratori avrebbero già ricevuto comunicazioni che anticipano il termine del rapporto di lavoro, mentre altri rischiano di essere spostati o demansionati. La UilTuCs ha già avviato un percorso di tutela sindacale per coloro che hanno ricevuto queste comunicazioni, ma ora chiede all’azienda un chiarimento immediato e l’apertura urgente di un tavolo di confronto. “Non possiamo restare a guardare – prosegue Tarantino – mentre un presidio occupazionale di questa portata viene smantellato nel silenzio. I lavoratori non devono pagare il prezzo di decisioni opache, calate dall’alto e non supportate da reali esigenze”.
Il sindacato si dice pronto ad avviare anche un’azione pubblica e vertenziale, qualora non si riscontri da parte dell’azienda un cambio di rotta. “Preferiamo il dialogo – conclude Tarantino – ma siamo pronti a tutelare in ogni sede i diritti di chi lavora”.
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