La produzione industriale del secondo trimestre del 2023 registra una contrazione del 2%, con un picco negativo del 5,6% del settore tessile, dove il comparto dei filati, dopo un biennio eccezionale, ha dimostrato segnali di cedimento.
I dati elaborati dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord , evidenziano anche, un picco negativo per il meccanotessile, che segna -4,7% sullo stesso periodo del 2022. Positivi, invece i dati dell'abbigliamento-maglieria, a quota +8,7%, e del conglomerato dei settori manifatturieri diversi dalla moda e dal meccanotessile, +6,7%.
Per contestualizzare il dato pratese va aggiunto che la situazione del tessile è particolarmente delicata a livello nazionale: il trimestre marzo-maggio 2023 (i dati ISTAT, su cui si basano le elaborazioni del Centro studi per i confronti con l'Italia, non sono ancora disponibili per giugno) ha segnato per il tessile italiano -14,9%. Si è quindi accentuata la tendenza negativa già registrata nel 1° trimestre con -2,1%, dopo una serie viceversa nettamente positiva iniziata nel 2021 con +10% e proseguita nel 2022 con +8,7%: mentre per il meccanotessile si attende l'effetto Itma che generalmente registra un certo rallentamento in attesa della fiera e viceversa un'accelerazione subito dopo. Acimit calcola a livello italiano in -30% il calo degli ordinativi del 2° trimestre, sottolineando l'aspettativa della concretizzazione dei numerosi contatti che si sono creati durante Itma.
“Il dato tendenziale del 2023 ha come termine di confronto, decisamente arduo, un anno buono come il 2022 – sottolinea la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli -le imprese tessili pratesi si sono quindi sapute battere bene in un quadro che vede il settore in profonda trasformazione per una molteplicità di motivi: normativi, di rapporto costi/prezzi, di mercato. Le fiere, sia per i filati che per i tessuti, sono state promettenti, pur nelle incertezze e nei dubbi sul futuro”
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