Chiusi all’inizio della stagione dei saldi e nuovamente saracinesche abbassate con l’arrivo dell’inverno; i negozi di abbigliamento annaspano e temono per il loro futuro. “Con la prima riapertura – spiega Sara Logli titolare del negozio Logli – abbiamo fatto investimenti acquistando una macchina per sanificare i capi, ci siamo organizzati per prendere gli appuntamenti, abbiamo rispettato tutte le regole, e dopo pochi mesi ci hanno bloccati ancora, senza neppure prevedere un sostegno economico specifico. Siamo fermi e preoccupati, siamo invisibili”
A soffrirne è tutto il comparto a partire dai produttori dove, anche se le aziende sono aperte, gli ordini non arrivano. “Con i negozi chiusi, le fiere sospese – spiega Maurizio Sarti presidente SistemaModa confindustria Toscana Nord – la crisi è sempre più pesante. In questo momento a incidere è soprattutto il clima; se anche i negozi venissero aperti domani e tutti potessero muoversi liberamente, aleggerebbe comunque la paura di una nuova ricaduta, le preoccupazioni per il futuro e il bisogno di risparmiare. In questo clima, l’abbigliamento precipita infondo alle classifiche dei desideri. Anche a Natale, visto che si annuncia sobrio, gli acquisti di maglie e capi d’abbigliamento, un classico sotto l‘albero, saranno molto contenuti anche perché non sarà facile scambiarsi i regali. In tutto questo niente cenone di fine anno, un’occasione per acquistare almeno un vestito”.
Intanto la stagione è persa, i negozianti hanno ancora da smaltire l’invenduto della scorsa stagione primaverile e ora che si dovrebbero fare gli ordini per quelal del prossimo anno si procede con il freno a mano tirato.
Ma non per tutti la situazione è tragica, chi ha una struttura snella e ha diversificato e chi da tempo ha investito sull’online, è riuscito a contenere le perdite. “ Rispetto alla media del distretto – spiega Luca Scorretti titolare ritorcitura Grazia -siamo riusciti a contenere le perdite intorno al 30%, grazie a una sorta di compensazione fra le proposte di lavorazione fatte. Questo ha voluto dire investimenti, ma anche capacità di programmazione che ci ha permesso anche di evadere piccoli quantitativi di ordini. Purtroppo questo nuovo blocco non ci aiuta, soprattutto alle porte del natale dove maglioni e sciarpe, anche vendute nei negozi e i mercatini dell’artigianato, potevano fare da traino”. Risultati ancora più positivi per Stoxx, azienda produttrice di tessuti, che da anni ha potenziato l’e-commerce: “Nel 202o – spiega il titolare Alessandro Vannini – il 95% dei nuovi clienti proviene dall’online, le nostre perdite a fine anno si aggirano intorno al 20% del fatturato proprio grazie a questa scelta di puntare sull’ e-commerce. Resta comunque importante anche la parte di clienti tradizionali che se quantitativamente sono meno, però fanno ordini più consistenti”.
Cresce anche la percentuale di imprenditori che chiedono aiuto ad agenzie specializzate nella comunicazione tramite i social: “Chi è partito con anticipo – spiega Valeria Neri di Neri&neri – ora raccoglie i frutti di un lungo lavoro, tuttavia da gennaio a oggi per noi sono aumentate del 50% le richieste di organizzare una campagna vendita tramite i canali social, whatsapp compreso. Una strada che però non è facile, come per qualsiasi altro canale, è necessario dare risposte immediate, mantenere alta l’attenzione”.
Negozi di abbigliamento in crisi: “Siamo invisibili, nessun sostegno specifico per le nostre attività”
Chiusi durante la stagione dei saldi e nuovamente bloccati prima di Natale, ma anche il settore moda ne risente. Ci sono comunque aziende che lavorano grazie alla diversificazione e all'online
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