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Il clima impazzito non aiuta gli apicoltori, la stagione 2023 del miele in val di Bisenzio si è chiusa con un calo del 70% della produzione e automaticamente un aumento dei prezzi.
Le gelate del mese di maggio e il caldo dei mesi successivi hanno messo in ginocchio un mercato che deve anche fare i conti con un calo della domanda e una concorrenza straniera sempre più agguerrita. Il miele di acacia è introvabile e il millefiorie ha un sapore che tende all'amaro per la mancanza del ciliegio
Le gelate del mese di maggio e il caldo dei mesi successivi hanno messo in ginocchio un mercato che deve anche fare i conti con un calo della domanda e una concorrenza straniera sempre più agguerrita. Il miele di acacia è introvabile e il millefiorie ha un sapore che tende all'amaro per la mancanza del ciliegio
Tra Vernio, Vaiano e Cantagallo sono una decina gli apicoltori, quasi tutti giovani, che riforniscono l'intero mercato. "Purtroppo – spiega Paolo Betti presidente Arpat – stiamo vivendo una situazione paradossale: il nostro miele viene venduto fuori dalla provincia mescolato con quello di altri produttori stranieri, sul territorio resta poco e soprattutto manca un' identità. Per questo stiamo lavorando anche alla creazione di un marchio identificativo della produzione pratese, che proprio perchè montana ha caratteristiche specifiche. Siamo anche fuori mercato rispetto agli stranieri".
A complicare la situazione l'arrivo delal vespa velutina, un parassita che arriva dalla Francia e dalla Liguria si è spostato in Toscana, i primi avvistamenti nella zona di Montemurlo. Una presenza, che come era successa con il cinipide per il castagno, potrebbe avere forti ripercussioni sulla produzione locale, per questo nel terzo fine settimana di ottobre verrà organizzato un incontro con tecnici e apicoltori.
"Dopo un 2022 discreto – spiega Gabriella Ullian dell' azienda agricola Foraceca- quest'anno abbiamo avuto un calo della produzione, abbiamo dovuto anche dismettere alcune arnie per cercare di arginare le perdite".
In val di Bisenzio sono quattro gli apicoltori "puri" gli altri da qualche anno, il calo della produzione è iniziato cinque anni fa, hanno diversificato. "Una scelta che diventa sempre più urgente – spiega Jacopo Minuzzo Bottega del miele – non solo per la mancanza di materie prime, ma anche per la domanda da parte dei consumatori. Chi vende alla Gdo, inoltre, ha grossi problemi di concorrenza e spesso il miele non viene neppure ritirato".
In quest'ottica è iniziato un percorso di educazione al gusto per le nuove generazioni, con l'idea anche di avvicinarle al mondo della produzione. "I cambiamenti climatici – ha sottolineato Andrea Piccioli di Apisticamente – stanno incidendo molto sul settore, ovviamente se manca la materia prima anche tutti i derivanti ne soffrono. E anche gli apicoltori che negli anni hanno fatto investimenti".
Edizioni locali: Val di Bisenzio