Un presidio di lavoratori delle strutture assistenziali socio sanitarie davanti alla sede della Regione per protestare contro il mancato rinnovo del contratto da parte di Uneba, l’associazione di enti, istituzioni, associazioni, fondazioni, imprese sociali ed altre nel campo sociale.
Nella sola provincia di Prato sono coinvolti 600 operatori che assistono minori anziani e persone con disabilità. Le trattative, a livello nazionale portate avanti da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Fisascat-Cisl, Uil-Fpl e Uiltucs della Toscana. si sono interrotte a maggio dopo 17 mesi di incontri e 4 anni dalla scadenza del contratto. Alla richiesta di un aumento salariale di 150 euro lordi al mese, sulla base dell’accordo firmato con altri enti del Terzo Settore, Uneba ha concesso solo 50 euro. Una risposta giudicata inaccettabile dai sindacati, che ha portato a proclamare uno sciopero per il 16 settembre e al presidio di questa mattina. Una delegazione, su richiesta di Cgil Cisl e Uil e Uiltucs, è stata ricevuta dall’assessore Serena Spinelli ( la Regione è uno degli enti appaltatori dei servizi) “Quella delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori e delle lavoratrici che operano nelle strutture del servizio sociosanitario regionale per il rinnovo dei contratti è una battaglia importante e che condividiamo. L’adeguatezza dei salari e la qualità del lavoro sono elementi che determinano anche una maggiore qualità dei servizi, che è ciò che come Regione Toscana vogliamo garantire e continuare a migliorare. Per questo abbiamo aperto una serie di tavoli di confronto con tutti i soggetti che operano in ambito sociosanitario e socio-assistenziale e con il coinvolgimento delle parti sociali”.
“La Regione ci ha ascoltati – il commento di Andrea Carli Fp Cgil Prato- del resto gli enti gestori delle Rsa hanno già ottenuto un aumento sulla parte delle quote regionali”.
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