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La prospettive future di Prato in materia di economia e lavoro, ma anche di quelle del Partito Democratico ancora sotto schiaffo dopo la sconfitta elettorale alle comunali dello scorso giugno. Si è discusso di questo stamani al convegno dei democrat pratesi tenuto al Pin, organizzato dal consigliere comunale e responsabile economico Pd, Nicola Oliva, che ha visto come ospite d’eccezione l’esperto di politica economica dei democratici americani Andrew Spannaus. “Come mai nelle città dov’è forte il manifatturiero arretra il nostro consenso” si è interrogato Nicola Oliva, nella sua relazione introduttiva nella quale ha citato l’autocritica di Prodi sull’inseguimento nell’ultimo decennio da parte del centrosinistra delle politiche “neoliberiste”. Oliva ha chiesto “una collaborazione nazionale per costruire una diga a difesa dei lavoratori contro le lobby dei pirati, che stanno demolendo l’apparato produttivo”. “La sfida non è tanto quella di ripensare il Pd” ha proseguito “ma di rivedere l’intero sistema che è di fatto liberista”, al quale contrappone in chiave cattolico-democratica l’economia sociale di mercato“. Nell’ottica del distretto pratese Oliva pensa a tre azioni concrete: “Premiare e favorire chi investe nel territorio, creare un fondo pubblico-privato per portare avanti un processo di ristrutturazione delle aziende e sviluppare le sinergie di Prato per farne un sistema autenticamente produttivo”.Un orizzonte ulteriormente definito da Andrew Spannaus, che ha indicato in Roosvelt l’esempio di politica da seguire oggi per le forze progressiste e la conseguente visione di progetti d’investimento infrastrutturale da privilegiare rispetto alla riduzione della spesa “perché tagliare il deficit dello Stato adesso è una follia, prima bisogna pensare allo sviluppo”. Molti gli interventi degli esponenti istituzionali pratesi del Partito Democratico. Per il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Massimo Carlesi: “Prato ha un’opportunità che continua a non essere colta: le migliaia di metri quadrati di coperture del Macrolotto, utilizzabili per il fotovoltaico”. Più manifatturiero l’intervento del presidente della Provincia Lamberto Gestri “le aziende pratesi devono pensare agli accorpamenti” accusando gli esponenti del Popolo della Libertà di “miopia, perché continuano a non comprendere la portata strategica del Creaf”. Tesi ribadita dall’assessore provinciale al lavoro, Ambra Giorgi “abbiamo messo tanti milioni nel Creaf, perché questo distretto ha bisogno di ricerca, altrimenti non si può pensare ad un’idea di sviluppo”. Giorgi in chiave più politica ha indicato nel partito “il luogo di sintesi, dove costruire il progetto strategico per il futuro, che attualmente manca a Prato”. Numerose le critiche al sindaco Roberto Cenni, per il deputato Antonello Giacomelli “non bisogna più avere il timore riverenziale nel chiedere conto degli annunci mediatici, della mancanza di un piano strategico e del progetto Cenni, che sembra non sostanziarsi in niente”. “Sul cardato ecologico rigenerato-, secondo Giacomelli – Cenni mente sapendo di mentire, perché anche se non fossimo in crisi non ci sarebbe lo spazio di nicchia”. Netta, quindi, la bocciatura “è un eufemismo per parlare di economia protetta dal pubblico, che si avvicina più ad una concezione meridionale rispetto ad una coraggiosa del Nord”. Durissimo sulla questione Declassata: “Se tornerà indietro a quanto detto, modificando le condizioni del progetto non ci dovremmo fermare a chiedere conto nelle sedi politiche”. E sui blitz “non c’è bisogno di avere istituzioni grottesche che vanno ad applaudire e reggono il tascapane ai poliziotti”. Di contro “l’integrazione avviata dalla provincia non è mollezza, ma l’unica possibilità di sviluppo per Prato”. L’alternativa ai blitz di Cenni-Milone, però ci sono gli interventi del sindaco di Montemurlo, Lorenzini “senza clamore né telecamere abbiamo fatto numerosi sequestri di macchinari ad aziende irregolari”. Sulla stessa lunghezza d’onda nelle critiche al centrodestra, Andrea Lulli, che ha esteso al livello nazionale la contesa sulla sicurezza “uno dei primi provvedimenti del governo Berlusconi è stato quello di abolire la tracciabilità dei pagamenti. Con quali strumenti possiamo oggi controllare i money-transfert con i militari e le retate?”. Lulli si è scagliato contro “l’operazione politica di scaricare sui cinesi la responsabilità della crisi, perché è pericolosissima per la coesione sociale” e contro la collaborazione di Cenni con H&M e Zara per la vendita del pronto moda tosco-cinese “un sindaco non può essere un mediatore di affari”. Rivendicando meriti per il centrosinistra sugli incrementi di organici per carabinieri, guardia di finanza e polizia “il cosiddetto metodo Maroni è in realtà il metodo Prodi-Amato-Minniti”.
Carlandrea Adam Poli