Un Qr-code che sarà la carta d’identità, ma anche il passaporto, per i tessuti cardati riciclati made in Prato e per i capi finiti che li utilizzano. Si tratta della prima certificazione di un pezzo della filiera tessile realizzata dall’Associazione Cardato Riciclato in cui si attesta non solo che il prodotto è stato realizzato al 100% a Prato, con materie riciclate, ma anche la qualità e la durabilità. A depositarla però sarà il Comune di Prato, rendendola così un patrimonio di tutta la città .
“Con questo atto – ha sottolineato Alessandro Sanesi membro dell’Associazione – si mette nero su bianco il valore aggiunto della produzione cardata che, oltre a permettere un risparmio energetico e un riutilizzo della materia prima, porta anche ricchezza al distretto: ogni euro investito ricade sul territorio. La certificazione attesta anche che i nostri prodotti sono di qualità: durano nel tempo”.
Ad oggi hanno aderito un centinaio di aziende che si sono iscritte al portale, ma l’obiettivo è di coinvolgere tutte le duecento attività, alcune micro, che lavorano nel settore. In questi giorni gli imprenditori riceveranno il protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune, che servirà quindi a depositare la certificazione “E’ stato posto un tassello significativo di una storia che Prato non è sempre riuscita a raccontare – ha spiegato il sindaco Matteo Biffoni – inoltre per la prima volta c’è unità di intenti fra le aziende, fatto unico per il distretto, e dall’altra la presa in carico e l’accompagnamento verso la certificazione da parte dell’amministrazione”. Nell’accordo è previsto che le aziende potranno riunirsi mensilmente negli spazi di PrismaLab .
Un percorso che è stato seguito anche dalla Regione come ha sottolineato Ilaria Bugetti presidente commissione 2 “ Un punto di arrivo e di partenza strategico che mette in evidenza il patto di collaborazione fra imprese e amministrazione”. Il disciplinare che ha portato alla certificazione è stato realizzato da Brachi Testing Service.
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