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Il tavolo di distretto cerca 25 milioni di euro. In piazza la rabbia di chi ha perso il lavoro


Redazione


Il lungo pomeriggio del distretto si apre alle 15 col doppio presidio in piazza del Comune di Cgil-Cisl-Uil appoggiato dal Partito Democratico per puntare il dito contro il governo, per il mancato rispetto dell’impegno di concedere a Prato i 50 milioni di euro per il rifinanziamento della mobilità in deroga, e all’indirizzo della giunta comunale per la delibera di messa a gara della distribuzione del gas. Ben presto, però si capisce che facile bersaglio è il sindaco Roberto Cenni chiamato in causa dai circa 150 manifestanti anche per la carenza di ammortizzatori sociali. “Il sindaco aveva promesso il lavoro nei campi per i cassintegrati, il cardato rigenerato per rilanciare lo sviluppo. Che fine hanno fatto queste proposte?” incalza Ademaro, uno dei molti lavoratori lasciati a casa dalla crisi distrettuale degli ultimi anni. A pensarla come lui sono in molti, con la grande approvazione degli esponenti del Pd lì presenti: “Il comportamento del sindaco si commenta da solo, quello che ha realizzato in questi mesi sono soltanto chiacchiere, se l’amministrazione avesse avuto un rapporto privilegiato col governo i soldi sarebbero già arrivati” afferma il consigliere provinciale Emiliano Citarella, seguito a ruota dal capogruppo del Pd in consiglio comunale Massimo Carlesi: “Non ci sono risposte da parte del governo e dire come fa il sindaco dopo un anno e mezzo di essere entusiasta per le nuove promesse di Frattini è una presa in giro della gente”.Ad infuocare maggiormente gli animi di questo primo round, però, è poi il caso Consiag tanto che quando il sindaco scende le scale per attraversare piazza del Comune e recarsi al tavolo del distretto al palazzo Banci-Buonamici viene cinto d’assedio da cronisti, lavoratori e rappresentanti sindacali. “Non è stata citata nessuna clausola per gli operai nel preavviso di bando, non vorremmo che qui finisse come a Follonica, dove la gara per la distribuzione del gas ha portato a dei licenziamenti” è il grido di preoccupazione dei lavoratori, capitanati da Melania Lanza della Rsu di Consiag. Il sindaco prende di petto la questione, lamentando lo scarso peso del Comune di Prato all’interno dell’azienda a causa di uno squilibrio dei rapporti in favore del CdA a discapito dell’assemblea dei soci, fatto che ha alimentato un’anomalia secondo Cenni: “Consiag a differenza di Intesa e Coingas non remunera i comuni per l’usufrutto delle reti – afferma -. Cerchiamo di rimediare con questo bando, che si inserisce anche nella logica di creare delle sinergie con Asm in vista del bando per la gestione dei rifiuti pari a 4 miliardi. Una volta che ci sarà il bando prenderemo in considerazione la vostra preoccupazione. Sono disponibile fin da oggi a fare un’assemblea con i lavoratori di tutte le partecipate”. Calmate, almeno momentaneamente, le acque con i dipendenti Consiag resta lo scontento rumoroso dei cassintegrati che non vedono un euro da marzo e la minaccia del consigliere comunale del Pd, Matteo Biffoni di presentare un ricorso al Tar contro l’approvazione della delibera di messa a gara, approvata a suo giudizio con un testo emendato in fretta e furia fuori regolamento. Anche il resto del pomeriggio non è in discesa per il sindaco, anzi. Nel salone si discute per più di 3 ore non solo il pacchetto di misure predisposto dalla Provincia per imprese e lavoratori di workfare pari a 25 milioni di euro, ma anche il bilancio sconfortante delle misure di assistenza ottenute dal governo. Sul primo fronte l’assessore provinciale al lavoro Ambra Giorgi vuole accelerare: “Dopo l’approvazione del tavolo del distretto domani stesso spediremo questo progetto al sottosegretario Viespoli”. Un nome, quello del delegato del governo al Welfare, che però non convince più nessuno, in primis il deputato del Pd Antonello Giacomelli secondo il quale il percorso da tracciare dovrebbe portare stavolta alla presidenza del consiglio con  il sottosegretario Gianni Letta. . Per i tre segretari di Cgil-Cisl-Uil Marigolli, Bellandi, Colombo diventa dirimente esprimere un giudizio politico su quello che è successo finora. Per dimostrarlo non serve un documento congiunto, ma si rivela sufficiente una dichiarazione comune di tutti i partecipanti, lo stesso Roberto Cenni dopo tutto si dichiara “il primo degli insoddisfatti” dall’esito della trattativa. Dal canto suo il sindaco incalza la platea: “E’ necessario avere le idee chiare su cosa andare a chiedere al governo, 25 milioni di euro potrebbero essere troppi visto che a disposizione ce ne dovrebbero essere non più di 9”. Il dibattito dopo tre ore circa si sblocca con una soluzione di mediazione proposta dal presidente della Provincia, Lamberto Gestri ovvero rilancio dell’interlocuzione con la presidenza del consiglio e vaglio del pacchetto welfare to work per 25 milioni. Ma, proprio a riunione conclusa salta fuori la nuova misura di sostegno al reddito ipotizzata dai sindacati: l’indennità di disoccupazione in deroga, che avrebbe il pregio di poter essere stanziata direttamente per Prato senza passare dalle forche caudine della Regione come nel caso della mobilità o della cassa integrazione. “Davvero esiste questa possibilità? – ha commentato Cenni -Viespoli non me l’aveva detto. Verificherò se questa strada è percorribile”.

Carlandrea Adam Poli

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