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Sei locali già aperti, altri due in arrivo a breve, uno dei quali nel nuovo centro commerciale che sta nascendo in viale Marconi. E poi una attività di catering che a loro piace considerare il “settimo” locale, virtuale e itinerante. Infine un progetto bene avviato per far sbarcare il marchio a Londra e a Kiev entro il 2011. Ma soprattutto 50 dipendenti, con ben 25 nuovi contratti avviati negli ultimi tempi. Sono numeri importanti quelli del Gruppo Miraglia, numeri che fanno capire come a Prato è ancora possibile fare impresa (e non per forza nel tessile) e c’è spazio per chi vuole osare e tentare strade nuove. Con l’elemento non trascurabile di creare nuovi posti di lavoro e opportunità per i giovani.E c’è proprio una scommessa alla base dell’avventura che quattro giovani pratesi hanno iniziato, unendo competenze diverse con l’ambizione, come spiega Massimo Franchi, socio e amministratore della società, “di trasformare in un’impresa quella che tradizionalmente è un’attività a gestione familiare”. Con Franchi sono direttamente impegnati nell’attività i fratelli Mauro e Paolo Faggi e Sandro Zepponi. Un quartetto eterogeneo, con esperienze diversificate alla spalle, che intorno ad un’idea hanno saputo montare un’architettura in grado di lasciare già un segno nel settore della ristorazione e dei bar pratesi. Perché partendo dallo storico bar Miraglia alla Pietà, che ha dato poi il nome al Gruppo, si sono andati via via aggiungendo il locale in via Filicaia, il San Francesco in via Santa Trinità, i bar interni alla clinica Villa Fiorita e alla libreria Giunti, per chiudere con l’acquisizione del bar Galileo in via Ferraris. E proprio questa ultima mossa dà l’idea di come si va articolando il progetto. “Il Galileo lo abbiamo acquisito – spiega Franchi – soprattutto per il know how che poteva portarci come pasticceria. Perché in fondo quello che interessa a noi non è fare dei locali fotocopia bensì aprire in posti diversi con modalità diverse ma offrendo ovunque i nostri prodotti (dalla pasticceria alla gelateria passando per la caffetteria) e, soprattutto, un unico stile di approccio al cliente”. Proprio per questo nella nuova struttura che nascerà in via Meoni per ospitare i laboratori e gli uffici direzionali ci sarà posto per la scuola di formazione del personale. “La nostra ambizione – dice Mauro Faggi – è quella di far crescere i nostri ragazzi con corsi che vanno dall’aspetto tecnico a quello psicologico. Il concetto di bar che intendiamo portare avanti è molto internazionale: i nostri locali restano aperti 365 giorni l’anno con orario, dove è possibile, continuato dalle 5.30 alle 24. Sono locali diversi per ambiente e caratteristiche ma ovunque vogliamo far passare il nostro stile, lo stile Miraglia che insieme ai nostri prodotti è il vero brand dell’azienda”.Una concezione frutto di tanti viaggi fatti all’estero per capire come funzionano le grandi catene e che sta trovando riscontri positivi a Prato. “E’ così – conferma Franchi -. Basti pensare alla scommessa di puntare sul San Francesco, un locale in una strada come via Santa Trinita data da tutti per morta. E invece la gente viene e ha apprezzato quello che abbiamo fatto. E lo stesso riscontro c’è anche a livello imprenditoriale. A Prato c’è ancora gente che ha voglia di investire e di rischiare. Non è vero che la nostra città ormai non ha futuro. L’importante è saper guardare avanti e avere idee vincenti”.
Claudio Vannacci