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Il mondo industriale pratese e quello del credito sono di nuovo ai ferri corti, mentre cresce l’allarme per i nuovi oneri bancari relativi alle commissioni sui fidi non utilizzati, introdotte dal decreto anticrisi contestualmente alla cancellazione della commissione sul massimo scoperto. L’Unione Industriale Pratese ha effettuato un monitoraggio su un campione di aziende socie per mettere a fuoco l’entità dell’aggravio. E la vicepresidente Raffaella Pinori denuncia una situazione che rischia di farsi pesante: “Il decreto anticrisi non impone nuovi oneri: semplicemente, azzerandone uno, quello della commissione sul massimo scoperto, autorizza la possibilità per le banche di recuperarlo con il nuovo strumento. Lo spirito del decreto anticrisi non era quello di introdurre gravami per le aziende: ma se le banche richiedono le nuove commissioni perfino ad aziende che non avevano oneri sul massimo scoperto, si è autorizzati a dire che vìolano se non la lettera, certamente la sostanza del decreto. Su questo grave problema è in corso un’azione coordinata a livello di Confindustria Toscana per portare la situazione all’attenzione del Prefetto di Firenze nell’ambito dell’Osservatorio regionale, competente sulla materia”. Sul fronte del credito ha destato commenti positivi, nei giorni scorsi, la sottoscrizione del protocollo d’intesa fra la Regione Toscana, Fidi Toscana e 15 fra banche e società per la sospensione per un anno delle rate di mutuo e dei canoni di leasing attivati dalle aziende. “Ma anche su questo capitolo – conclude Pinori – non ci sono solo luci ma anche ombre. Non diamo una valutazione negativa del protocollo, ma invitiamo le aziende a considerare bene i pro ed i contro, che consistono nella necessità di rinegoziazione delle pratiche con i relativi oneri di istruttoria: non è stata infatti accolta, la sollecitazione ad attivare questi benefici in automatico a tutti i richiedenti.”
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